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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gallipoli

Telefonate dal cellulare di servizio per 20 euro. Assolto l’ex procuratore Petrucci

La Corte d'Apello di Potenza ha messo la parola fine sulla vicenda che aveva portato alla condanna ad un anno in primo grado dell'ex magistrato accusato di peculato d'uso per alcune telefonate fatte dal telefono di servizio. Per i giudici "il fatto non sussiste"

LECCE  –  Dopo sette lunghi anni d’attesa cade l’accusa di peculato sull’ex procuratore della Repubblica di Taranto e della Procura dei minorenni  di Lecce, Aldo Petrucci già candidato sindaco nel 2012 nella sua città natale a Gallipoli.  Nella giornata di venerdì  la Corte d’ Appello di Potenza ha scritto la parola fine sulla vicenda che oltre un anno fa, con la sentenza di primo grado aveva determinato una condanna ad un anno per peculato d’uso. In buona sostanza all’ex magistrato (già prosciolto nell’avvio del procedimento da un'altra serie di presunti reati) l’accusa contestata  era quella di aver fatto delle telefonate ai familiari dal cellulare di servizio, per la durata di pochi secondi al giorno, e per un costo complessivo, in circa due anni, di 20 euro (cioè meno di 1 euro al mese). Il Tribunale di Potenza aveva condannato Petrucci, non riconoscendogli alcuna attenuante, neppure le attenuanti generiche, che nella prassi giudiziaria si riconoscono anche ai colpevoli di omicidio. Il giudice di primo grado, che aveva escluso il danno economico alla Pubblica Amministrazione, aveva, però, ritenuto che l'utilizzo del telefono per pochi secondi giorno ledesse l'efficienza dell'ufficio della Procura.

Nelle more di quella sentenza erano intervenute sul tema del peculato d'uso diverse pronunce della Suprema Corte di Cassazione, e da ultimo si pronunciavano anche le Sezioni Unite, che rappresentano il massimo organo di giustizia del nostro ordinamento giuridico. La Suprema Corte, anche a Sezioni Unite, confermava il principio secondo cui “non costituisce reato l'utilizzo del telefono dell'ufficio, quando il costo delle telefonate è di lieve entità”. La lieve entità priva di rilievo penale è stata riconosciuta per telefonate complessivamente pari ad 75 euro e lo stesso Gup del tribunale di Potenza in altre circostanze si è pronunciato analogamente. Valutazioni che sono ora invece state prese in considerazione dai giudici della Corte d’Appello di Potenza che hanno assolto l’ex procuratore ribaltando quindi la sentenza di condanna di primo grado. Lo stesso Procuratore generale durante la discussione ha espresso il suo imbarazzo per questa vicenda, chiedendo l'assoluzione “perché il fatto non sussiste” e bocciando così l'operato dei suoi predecessori.

“Il dottor Petrucci, ex Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, ha dovuto attendere sette lunghi anni per la definizione di una vicenda, che non avrebbe avuto alcuna rilevanza penale in nessun altro paese del globo” commenta l’avvocato Luigi Suez, “la Corte di Appello, nel rispetto delle regole di diritto, ha pronunciato l'assoluzione, con la formula ‘perché il fatto non sussiste’, mettendo così la parola fine ad un processo, che nel suo percorso ha ripetutamente offeso le più elementari regole della civiltà giuridica ed alcuni diritti costituzionalmente tutelati. Per chi crede nella Giustizia il lieto fine era scontato” conclude il legale, “ma rimane comunque l'amarezza di trovarci di fronte ad un sistema che, usato in modo improprio, può provocare danni enormi, senza che il responsabile degli stessi ne risponda neppure in sede di valutazione della professionalità”.

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