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Cronaca Seclì

Tentano estorsione per un debito di droga, in due finiscono nei guai

Minacciato con armi per un debito di droga di un migliaio di euro, due in arresto per detenzione ai fini di spaccio e tentata estorsione in concorso. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Gallipoli

 

SECLI’ – La droga, di cui non ne puoi fare più a meno, tanto da dilapidare qualcosa come 45mila euro per acquistare cocaina dal tuo pusher. Sempre di più. Fino al punto di ritrovarti, dopo quello che hai speso, creditore di 5mila euro, non essendo più in grado di fare fronte alla spesa quotidiana. Poi, non riesci a risanare quel debito. Ed è l’inferno nell'inferno. Vieni minacciato di morte, ti incendiano l’auto, sei vittima di percosse con quelli che pretendono quei 5mila euro di cocaina che ti sei già tirato. E nella disperazione più totale un 46enne di Seclì, operaio, convivente, trova il coraggio di denunciare la sua triste storia ai carabinieri della stazione di Aradeo.

Le indagini, lunghe, intraprese dai militari del Compagnia di Gallipoli, comandati dal capitano Stefano Tosi, in collaborazione con i colleghi delle stazioni di Aradeo e Nardò, si sono concluse questa mattina con l’arresto di due persone. Si tratta Torquato Epifani, 34 anni e di Maurizio Blandini (41), tutti e due di Seclì, noti entrambi alle forze dell’ordine. L’arresto per i due è in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, su richiesta del sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Epifani dovrà rispondere di spaccio di sostanza stupefacente in concorso con una terza persona, la cui posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti. Ma è indagato, anche, insieme con Blandini, di concorso in tentata estorsione.

L’attività d’indagine, come detto, parte dalla denuncia della vittima. E’ agosto della scorsa estate. Il 46enne si reca nella caserma dei carabinieri di Aradeo per raccontare che gli avevano incendiato l’auto. Quel gesto altro non è che l’ultimo avvertimento dopo una sequela di minacce che i suoi aguzzini gli avrebbero rifilato negli ultimi mesi. E così i militari iniziano le indagini, nel modo più tradizionale, ascoltando persone e incrociando testimonianze. Si fanno un’idea chiara della situazione, trovando aderenza tra quello che racconta la vittima e gli elementi raccolti sul campo.

Le indagini.

Da ottobre 2009 a maggio 2010, il 46enne inizia ad acquistare cocaina da Epifani. E tanta. Stando sempre alla testimonianza dell’assuntore, in quel periodo avrebbe comprato droga per 40mila euro, dilapidando un mutuo di 30mila euro che era riuscito a contrarre per la ristrutturazione della sua abitazione. Non solo. Altri 10mila euro, spesi sempre per l’acquisto della cocaina, la vittima era riuscita a racimolarli dai parenti. Se fin qui era riuscito ad acquistare droga e a pagarla, terminato il denaro, ed ormai in piena dipendenza dalla cocaina, pur di garantirsi le dosi giornaliere (circa dieci da cinque grammi ciascuna, per una spesa di 1500 euro), contrae un debito con suo fornitore di 5mila euro, somma mai più restituita.

"Paga e chiudiamo questa storia"

Dalle minacce alle vie di fatto.

Per ottenere il pagamento della coca, Epifani avrebbe minacciato in più occasioni il tossicodipendente: “Pagami o ti ammazzo”. “Dammi i 5000 euro o ti sistemo per le feste”. “Voglio i soldi o finisci male”, passando poi ad azioni più concrete con l’aiuto del Blandini. Questi, che già conosceva la vittima, nell’agosto del 2010, lo aveva invitato, con un pretesto, presso la sua officina per realizzazione di infissi, dove è stato aggredito dai due. Nella circostanza, mentre Blandini lo bloccava con la forza impedendogli di muoversi, Epifani lo avrebbe colpito in più parti del corpo con una barra di alluminio. E giacché c’era gli avrebbe puntato contro pure un fucile a canne mozze. Blandini, che non se ne stava con le mani in mano, con un coltello a serramanico gli avrebbe intimato il silenzio, su quanto accaduto, altrimenti gli avrebbero tagliato l’arteria della gamba e sparato.

La vittima ha inoltre riferito ai carabinieri di aver incontrato Epifani, nei mesi successivi, fino a gennaio 2011, subendo minacce: “Ti sei dimenticato dell’ultima volta? Se non mi paghi si ripeterà quello dell’altra volta!”. E sempre riferendosi al debito di 5mila euro che non aveva ancora estinto: “Quando me li dai sti cazzo di soldi… la chiudiamo sta storia?”. Infine, la notte dell’11 agosto 2011, l’autovettura della vittima è stata incendiata da ignoti. L’incendio del mezzo infatti non è al momento imputabile ai due arrestati, e per questo la denuncia è a ignoti.

Nel contesto dell’operazione scattata questa mattina, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni locali e personali, con l’ausilio delle unità cinofile del Nucleo dell’Arma di Bari. Nell’officina del Blandini sono stati sequestrati due cartucce calibro 9, illegalmente detenute, mentre presso la sua abitazione è stato recuperato un coltello a serramanico che lo stesso aveva in mano quando ha aperto ai carabinieri, che lo hanno arrestato. Per i due si sono aperte le porte del carcere di Borgo San Nicola.

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