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Cronaca

Tentata estorsione all'azienda agricola, confermate le condanne in appello

La presunta tentata estorsione si riferirebbe alla richiesta di pagamento di una somma alle vittime, per poter riavere la merce rubata

LECCE – Confermata in appello la condanna a due anni e due mesi nei confronti di Leonardo Fasiello, 42enne di Avetrana (assistito dall'avvocato Riccardo Giannuzzi), e di Gabriele Salvatore Ingusci (assistito dall’avvocato Cosimo D’Agostino), 35enne residente a Boncore, la frazione di Nardò, accusati di tentata estorsione.

Secondo l’accusa la presunta tentata estorsione, perpetrata con la rinomata tecnica del “cavallo di ritorno”, si riferirebbe alla richiesta di pagamento di una somma alle vittime, per potere riavere la merce rubata. Tutto è cominciato, nei pressi dell’azienda agricola “Sant’Anna”, nelle campagne tra Nardò e Porto Cesareo, gestita da tre fratelli. Nella notte del 29 gennaio 2015, dall’area recintata erano scomparsi un trattore gommato, e altri mezzi e attrezzature, per un valore complessivo di circa 15mila euro. Imputati e vittime, tutti impiegati nel settore della pastorizia, si conoscevano appena per l’utilizzo di terreni confinanti.

Un paio di mesi dopo la richiesta di denaro da parte dei due coinvolti nell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Duemila euro in tutto, questa la somma, ridicola rispetto al valore effettivo, che sarebbe stata pretesa dai due.

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