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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tentate estorsioni ad amministratori comunali e gestori dei lidi, 11 anni in primo grado

Undici anni di reclusione la pena inflitta in primo grado a Cengs De Paola , 39enne di Acquarica del Capo, al centro di due inchieste su presunte tentate estorsioni ai danni di amministratori comunali e gestori di lidi balneari del basso Salento. L'imputato era finito al centro di due operazioni: "tempo scaduto" e "tam tam"

LECCE – Undici anni di reclusione la pena inflitta in primo grado a Cengs De Paola (l’insolito nome è dovuto a un errore nella registrazione dell’ufficio anagrafe, in realtà avrebbe dovuto chiamarsi Gengis, come il celebre condottiero mongolo), 39enne di Acquarica del Capo, al centro di due inchieste su presunte tentate estorsioni ai danni di amministratori comunali e gestori di lidi balneari del basso Salento. Nei confronti di De Paola, assistito dagli avvocati Paolo Rizzo e Luigi Corvaglia, il pubblico ministero Guglielmo Cataldi aveva chiesto una condanna a 17 anni di reclusione. Il 39enne è stato assolto dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. La condanna scaturisce dalla somma di due anni per associazione (in continuazione con una precedente sentenza), e nove anni per gli episodi legati alle tentate estorsioni. Assolto anche Antonio Romano, assistito dall’avvocato Rizzo.

L’imputato era finito al centro di due distinte operazioni. In quella denominata “tempo scaduto” avrebbe deciso di accaparrarsi ad ogni costo un maxi-appalto nel comune di Acquarica del Capo e per farlo non avrebbe esitato a minacciare l’allora sindaco e due suoi assessori. A sventare il piano criminale del 39enne, i carabinieri della compagnia di Tricase (guidati all’epoca dal maggiore Andrea Bettini) che, al termine di una complessa e approfondita attività d’indagine, lo avevano arrestato con l’accusa di tentata estorsione continuata ed aggravata dalle modalità mafiose. In più occasioni, come documentato dai militari dell’Arma, De Paola avrebbe avvicinato il primo cittadino Francesco Ferraro e due assessori della sua giunta, per ottenere l'appalto di circa 2milioni di euro, che il ministero dell'Ambiente aveva stanziato per la riqualificazione degli edifici pubblici scolastici del piccolo comune del capo di Leuca.DE PAOLA CENGS..-2

Cengs De Paola, di professione pastore, nome già noto alle cronache giudiziarie, con una condanna già definitiva per associazione per delinquere di stampo mafioso risalente alla metà degli anni Novanta, è ritenuto dagli inquirenti un soggetto legato alla Sacra corona unita, in particolare al clan Scarlino-Giannelli, egemone nel basso Salento. Il 39enne avrebbe usato il suo “spessore” criminale per convincere l’amministrazione comunale di Acquarica del Capo a cedere alle sue pressioni e consegnargli l’appalto. Una strategia di stampo tipicamente mafioso, come ha sottolineato il procuratore aggiunto Antonio De Donno, titolare del procedimento, in cui la criminalità organizzata tenta di inserirsi negli affari pubblici e nell’economia sana.

L’imputato figura anche nell’operazione condotta dalla Squadra mobile di Lecce (guidata dal vicequestore aggiunto Sabrina Manzone, dagli agenti del commissariato di Taurisano (diretto dal vicequestore aggiunto Salvatore Federico) e del reparto prevenzione crimine e denominata “Tam tam”. Come il passaparola con cui erano soliti scambiarsi informazioni i presunti componenti dell’organizzazione criminale. Secondo l’accusa il 39enne avrebbe imposto una sorta di “pizzo” ai titolari dei lidi dalla marina di Ugento fino a Santa Maria di Leuca, costretti a pagare in cambio di protezione. L’unico modo per poter lasciare sdraio e ombrelloni incustoditi, senza ritrovarseli incendiati il giorno dopo. O, peggio, prima ancora che il locale fosse inaugurato. Il gruppo non avrebbe concesso tregua ai gestori degli stabilimenti balneari del basso Ionio, ancora prima che l’attività fosse avviata. Un’attività di guardiania “offerta” ai clienti-vittime. Sotto coercizione e continue richieste di denaro. Oltre che l’imposizione di alcuni nominativi di persone da assumere a tutti i costi. 

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