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Cronaca Surbo

"Tentativo di rapimento". Racconto di una bimba genera il panico e fa scattare l'indagine

Verità o psicosi? Nuovo caso a Surbo nato da una storia di una ragazzina di 10 anni. I carabinieri stanno cercando riscontri. Diversi gli elementi singolari: un furgone giallo e mascherine da medico. E la storia ha superato in breve i confini del paese tramite un messaggio in un gruppo su Whatsapp

SURBO – La storia è volata di bocca in bocca e in pochi minuti ha fatto il giro della cittadina, ne ha varcato pure i confini, ha raggiunto Lecce e non solo, ha smosso una macchina investigativa imponente. 

Gli stessi carabinieri l’hanno appresa da voci circolanti dentro Surbo e subito si sono dovuti attivare per cercare riscontri, dare corpo a un racconto che fa raggelare il sangue solo al pensiero. O, possibilmente, sgonfiarlo del tutto con dati che in maniera oggettiva ne dimostrino l’infondatezza. Che poi è la speranza di tutti, e neanche tanto nascosta. Perché in caso contrario ci sarebbe da preoccuparsi. E non poco. Al centro di tutto, infatti, vi è l’ennesimo episodio che verte attorno a un presunto tentativo di rapimento di un minorenne. Una bambina, in questo caso, di circa dieci anni.

I casi, nel Salento, si stanno moltiplicando con un’inquietante e senz’altro eccessiva frequenza. Eccessiva, perché gli stessi investigatori nutrono la sensazione che almeno una parte di queste storie possano essere falsi, a volte espressi in buona fede, in altri montati ad arte e, di sicuro, tutti tali da rischiare di provocare una psicosi collettiva. Che poi, forse, è quanto già sta avvenendo. Tant'è: Santa Barbara di Galatina, Racale, Gemini di Ugento: questi e altri episodi, veri o falsi che siano, sono diventati tema talmente scottante da varcare i confini locali e diventare persino motivo d'approfondimento per una recente puntata di "Chi l'ha visto?", storico format televisivo della Rai a carattere investigativo su persone scomparse e misteri in genere.  

La vicenda di oggi, sulla quale si stanno cercando rispondenze in queste ore, ha alcuni lati che lasciano indubbiamente perplessi. Innanzitutto, non c’è stata una vera e propria segnalazione al 113, ma tutto è partito da una narrazione che, sulla scorta delle ovvie angosce che certe vicende suscitano, hanno raggiunto in un lampo diverse case di Surbo. E come a volte avviene nelle piccole comunità dove quasi tutti i volti si conoscono fra loro, alla fine la voce è arrivata a bussare anche alle porte della caserma dei carabinieri.

Stando a quanto ricostruito, dunque, tutto sarebbe avvenuto nel pomeriggio, non lontano della filiale locale delle poste di piazza Aldo Moro. Ciò che rende peculiare la vicenda è che ad agire sarebbero state due o tre persone, con i volti coperti da mascherine simili a quelle usate da infermieri e medici in sala operatoria.

Lo stesso mezzo sul quale viaggiavano, sarebbe un furgone di modello imprecisato, ma di colore appariscente: giallo. La bambina, peraltro, non sarebbe stata in qualche modo afferrata, ma solo avvicinata da questi inquietanti figuri, che avrebbero cercato di convincerla a seguirli. Fallito il tentativo, si sarebbero quindi allontanati in direzione delle marine.

Il racconto confidato a un’amica ha fatto sì che la voce arrivasse anche agli adulti. Qualcuno ha poi iniziato a far circolare alcuni dettagli usando il sistema di messaggistica Whatsapp e inoltrandoli a un gruppo di genitori di una scuola. Da qui il racconto ha assunto una piega a dir poco virale, giungendo in ogni dove. Molte persone che non hanno legami con quel gruppo ma conoscenze con alcuni dei partecipanti, l’hanno ricevuto e inoltrato a loro volta ad altri. In pratica, non esistono confini geografici in cui in questo momento potrebbe essere in viaggio quel messaggio originario in cui si parla, appunto, di un "furgone giallo" e si indica come località la "strada per Torre Chianca".  

Di certo, in breve il caso ha raggiunto anche i militari della stazione locale e della compagnia di Lecce. Sono state diramate ricerche in tutta la zona, anche nel capoluogo e vicinanze, ma che non hanno condotto nessuno, fra altre pattuglie dei carabinieri e quelle della polizia, a scovare qualcosa che somigliasse a quanto segnalato.

L’aspetto principale è però che i militari surbini sono anche riusciti a risalire quasi subito alla bimba che, con la madre, è stata convocata in caserma per essere ascoltata. Ogni dettaglio è adesso al vaglio, anche se già filtrano molta prudenza e diversi dubbi. Ci sono però anche elementi di tipo tecnico, come gli hard-disk di alcune videocamere di sorveglianza installate nella zona in cui si sarebbe consumato il fatto, che potranno dire tutto o niente su questa storia, conferendole attendibilità, smentendola o lasciandola nel limbo dell’incertezza.

Vi è però un arco temporale molto ampio da perlustrare, tanti fotogrammi da scandagliare. Forse nella notte arriveranno i primi responsi. E domani mattina si guarderà a questa vicenda con uno sguardo più lucido. 

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