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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Litorale / Via dei Tulipani

"Ti uccido". Getta molotov in faccia all'ex datore di lavoro e brucia anche il cane

Scene da incubo nella marina di Torre Chianca. Arrestato un 24enne egiziano. Ha messo fuoco addosso ad un marocchino, che ha salvato se stesso e il suo cane usando la pompa dell'acqua. Ha rischiato anche di essere accoltellato

 

TORRE CHIANCA – Eisa Yahya ha 24 anni. E’ egiziano, non ha una dimora fissa, ed è in Italia senza permesso di soggiorno. Un reato da nulla, rispetto alle imputazioni di cui risponde da questa sera: tentato omicidio aggravato, detenzione e porto di ordigno incendiario, detenzione e porto di arma bianca. E se la tragedia è stata solo sfiorata, si deve alla prontezza di riflessi dell’uomo finito nel mirino, di origine marocchina, che risiede con il padre in una villetta di Torre Chianca, al civico 3 di via dei Tulipani.

Yahya s’è presentato in quell’abitazione della marina a pochi chilometri da Lecce, dove aveva già vissuto diverso tempo prima, animato da una furiosa sete di vendetta. Due coltelli nelle tasche, una bottiglia incendiaria in una mano e un accendino in un’altra per far scattare la scintilla che avrebbe innescato lo stoppino, ha appiccato le fiamme addosso al suo nemico, lanciandogli la rudimentale molotov. E chissà quanto tempo avrà rimuginato, prima di arrivare a tanto. Nella cieca rabbia, ha anche centrato il più incolpevole di tutti, un povero cane meticcio di piccola taglia, salvo, proprio come il padrone, grazie a una provvidenziale doccia fuori programma con la pompa dell’acqua.

Ma il 24enne era solo a metà dell’opera. Quando ha visto che l’uomo non era neanche ferito, che aveva gli abiti appena bruciacchiati (stessa sorte per il pelo del cagnolino), s’è avvicinato brandendo l’arma bianca per concludere l’opera. L’intervento del padre del marocchino ha evitato il peggio. E la situazione s’è capovolta. L’assalitore s’è ritrovato inseguito e solo l’arrivo delle volanti di polizia ha messo fine ad un pomeriggio di follia totale, per un episodio che sembra più scritto dalla cruda penna di Quentin Tarantino, che un fatto di cronaca vera.   

Tutto è avvenuto intorno alle 13,20. A quell’ora, infatti, risale la telefonata, con voce trafelata, di un cittadino al 113 per segnalare una scena da brividi. Un uomo stava correndo a perdifiato, inseguito da altre persone. Chi ha segnalato il fatto, era anche a conoscenza del motivo di quel tallonamento, perché pare abbia sommariamente spiegato che poco prima si era verificato il tentativo di mettere fuoco a qualcuno usando benzina.

Non c’era un minuto da perdere. Una volante ha innescato le sirene ed è schizzata in direzione della marina. E proprio all’ingresso, all’altezza di un rondò, gli agenti hanno notato un uomo (Yahya) inseguito da un altro. I due sono stati fermati.  Per accertare meglio i fatti, i poliziotti si sono recati nella villetta, dove hanno scorto chiazze annerite nella parte inferiore del cancello di ferro e, all’interno, a circa un metro, una bottiglia di plastica parzialmente bruciata all’estremità. Poco distante, lo stoppino, di carta, in parte consumato dalle fiamme.

Eisa Yahya-2Gli agenti hanno anche notato un tubo di gomma collegato con un rubinetto e il cane di piccola taglia con il pelo bruciato nella parte posteriore. Il proprietario dell’abitazione, agitato e spaventato, ha così raccontato la sua storia. Riferendo di aver sentito, poco prima, suonare al citofono. Era Eisa, che aveva convissuto con lui e suo padre (e che con loro pare avesse anche lavorato) per circa un anno e mezzo finché – a detta dell’uomo -, alla richiesta insistente di vedere se fosse munito di regolare permesso di soggiorno, sarebbe andato via da casa il 7 aprile scorso.

Da allora, avrebbe tempestato lui e il padre di telefonate minatorie e di insulti. Fino ad oggi, quando certe velate intimidazioni si sarebbero trasformate in un piano concreto. E così, aperta la porta, la terribile scena: la bottiglia scaraventatagli addosso, le fiamme sui vestiti e sulla povera bestia, l’acqua per spegnerle, e il tentativo del 24enne entrare in casa spingendo con forza il cancello, brandendo uno dei due coltelli, e urlando: “Ti uccido”.

Tutto quel chiasso ha però attirato l’attenzione del padre del proprietario. Solo a quel punto, il 24enne sarebbe scappato via, inseguito fino all’arrivo della volante. Gli abiti sono stati sequestrati, così come ben i coltelli, gettati per terra durante la fuga, e la bottiglia. Su disposizione del magistrato di turno, Eisa Yahya è stato tratto in arresto. La polizia, nel frattempo, vuole vederci più chiaro su questa vicenda. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, gli inquirenti attendono di conoscere le motivazioni che hanno spinto il 24enne a tanto, semmai abbia intenzione di parlare.    

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