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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Torna in libertà l'imprenditore Tommaso Ricchiuto, Cassazione annulla ordinanza

E’ tornato in libertà Tommaso Ricchiuto, titolare della “Igeco spa”,coinvolto nell'ambito dell’inchiesta della Procura di Brindisi ribattezzata “Do ut des”. I giudici della Suprema Corte hanno accolto l’istanza dei legali dell’uomo, annullando sia l’ordinanza del Riesame sia quella del gip, evidenziando come non vi siano esigenze cautelari

LECCE – E’ tornato in libertà Tommaso Ricchiuto, titolare della “Igeco spa”, società specializzata nel ramo edile e con varie partecipate. L’imprenditore salentino è una delle persone coinvolte nell'ambito dell’inchiesta della Procura di Brindisi ribattezzata “Do ut des”, su una presunta organizzazione criminale, facente capo al sindaco uscente di Cellino San Marco.  Il gip del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, aveva emesso le misure cautelari, su richiesta del pubblico ministero Marco D'Agostino, nei confronti di 14 persone, tra cui non soltanto ex amministratori del Comune di Cellino San Marco, ma anche imprenditori delle province di Brindisi, Bari e Lecce.

A fine aprile scorso il Riesame aveva confermato gli arresti domiciliari nei confronti del 59enne, decisione che è stata poi impugnata in Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno accolto l’istanza dei legali dell’uomo, annullando sia l’ordinanza del Riesame sia quella del gip, evidenziando come a carico dell’imprenditore non vi siano le esigenze cautelari. Ci sono voluti però sei mesi perché Ricchiuto, che ha sempre respinto ogni accusa, potesse tornare in libertà.

A luglio il Tribunale ha disposto il giudizio immediato per il 59enne e per Alfredo Bruno, di Calimera. Secondo l’ipotesi accusatoria, tutta da dimostrare, avrebbero promesso 20mila euro ogni tre-quattro mesi a vari esponenti della Giunta di Cellino, tramite il contatto diretto con l’allora sindaco. L’incarico sarebbe stato eseguito da Bruno su mandato di Ricchiuto. Gli imprenditori si sarebbero anche fatti carico dell’impegno di assumere a tempo pieno due lavoratori ritenuti vicini agli amministratori comunali. L’azienda ha sempre affermato di poter dimostrare l’assoluta correttezza del proprio operato.

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