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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Alessano

Torsello, scatti che suonano come parole. Di pace

Per il ritorno in InghiIterra, Italians of London ha dedicato al fotoreporter salentino una serata presso la Mahatma Gandhi Hall. Nelle sue parole, forza e commozione. Nelle sue foto, "words of peace"

"È bello essere qui", seguito da un "Buona sera" tradotto in piu` lingue. I saluti ad una sala colma di persone, la Mahatma Gandhi Hall al 41 di Fitzroy Square di Londra. Sul palco quattro giornalisti di anima e coraggio capaci di ispirare: Daniela Bezzi inviata in Giappone e India, Victoria Schofield, della BBC World Service, ha scritto libri sull'India, Kim Sengupta corrispondente dell`Independent, ha seguito le guerre in Kosovo, Afghanistan e Irlanda del Nord.

Il quarto, a centro del `panel`, come sono definiti in gergo gli ospiti sul palco, un altro testimone di guerra ed orrori, giacché le due parole si fondono in un unico significato: Gabriele Torsello, lo straordinario fotografo che della professione del racconto per immagine, del riportare, ne ha fatto una missione.

È lui che ha detto "È bello essere qui", ed ha poi salutato in più lingue. Venerdì sera erano lì tutti per lui. La serata si chiamava ‘Gabriele Torsello: Blinks of life, words of peace'. Battito di vita, parole di pace? Si, potrebbe essere una traduzione accettabile. Eco di parole degne a restituire gloria anche l'uomo a cui è intitolata la Hall, il profeta indiano della non violenza. E l'india riverberava con i suoi colori di spezia. Pretesto e cuore dell'evento la proiezione di alcuni scatti, estratti di reportage di numerosi viaggi, montati ad arte e realizzati dal fotoreporter di guerra nato ad Alessano, in provincia di Lecce, 34 anni fa.

Sulla parete la scritta Kash, lo pseudonimo scelto ad onorare un amore per l'India nato, invece, 13 anni fa. Forse si può nascere più di una volta su questa terra. È bello essere qui.

Il dopo che precede un orrore è bello ed anche benedetto dal Cielo. Deve la sua notorietà al vasto pubblico, suo malgrado, ad un fatto di cronaca che ha visto protagonista Gabriele Torsello, che da ora chiamerò solo Gabriele - nell'ingenuo intento di alleggerire un'eredità recente un po' faticosa, la ripetizione compulsiva di un nome a mezzo stampa deforma spesso la natura di partenza- la brutale esperienza del suo rapimento, avvenuto in Afghanistan.

I racconti dei testimoni sul palco hanno provocato seri mutamenti alla sistemazione degli arredi del cuore costantemente soggetta agli attacchi della commozione. È bello essere qui.

Gabriele con discrezione e timore si è mostrato alle domande pubbliche dopo il suo rilascio nel novembre scorso ed ha rivisto Londra per la prima volta ufficialmente, la città dove ha vissuto per gli ultimi dodici anni.

Gli scatti si sono alternati alle poesie lette da due attrici dal palco. Versi ed immagini, ed anche il suono che ha accompagnato le sequenze micidiali, Kashmir, Nepal, Afghanistan. Sguardi puntati, libertà in catene, resti di città dopo i bombardamenti, l'acqua, l'azzurro di seta, il poco, l'accoglienza, il pianto. E certe urla si sentivano da lì. Foto che parlano, parole che si vedono, lacrime che passano dallo schermo, rovinando sulla tela. Coraggio ad essere testimoni di orrore da trasferire, da trasformare in notizia. Guerrieri a caccia di verità. Probabilmente la ragione regina di certi duri compiti di lavoro.

La verità sulla bugia persiste, diceva Gandhi.

Si trattiene il fiato davanti ad un uomo che apre il suo cuore. Si chiede permesso prima di formulare una domanda.

Gabriele ha usato le parole con forza e con rabbia, con passione e con dolore. I toni potenti e, in passaggi repentini, un volo che perde quota, che lascia spazio a pause sconcertanti. La sospensione di un discorso, un'interruzione imprevista. Come ad un incrocio diamo la precedenza a chi ha il verde mentre il rosso inibisce, arresta il proseguire. Come in un atto di precedenza Gabriele cede il passo ad altro della sua memoria, mostri che tornano, per poi proseguire.

L'orrore ti fa fare i conti con il senso di morte. Ed un rapimento può aprire un conto con l'inferno senza dirti quando può estinguersi. Ma la vita sulla morte persiste, diceva Gandhi. Si fa i conti con un ritorno. Sarà più difficile convivere dopo con la propria memoria?

La verità cerca Gabriele, che non sa ancora. Una domanda dal pubblico gli ha fatto ripercorrere il momento in cui è stato preso con la violenza e portato nel buio per una ventina di giorni senza giorno e senza notte. Non sa. Ha deciso di non raccontare della sua prigionia, in quattro diversi nascondigli, almeno finché non avrà terminato le sue ricerche. E magari fino al momento in cui avrà posto la sufficiente distanza di sicurezza tra sé e certi incubi.

Narrare e rievocare spinge il rossore di lacrine dallo sguardo. Ed è troppo presto per parlare. Per estingure i conti con il buio. Si può morire più di una volta su questa terra?

Ma la luce sul buio persiste, diceva Gandhi.

Chissà, magari un libro in arrivo presto ed una mostra fotografica, di sicuro, sarà itinerante e toccherà verso maggio Lecce ed anche Londra. "Ti farò sapere", mi ha detto prima di andare via. "Sei nel Salento allora?", gli avevo chiesto dopo i saluti, al momento del mio arrivo, lui era già lì intento a salutare vecchi amici e colleghi della sua vecchia città. "Si, sono felice di stare lì, sto bene".

Il conto con il buio ora farà i conti con la luce potente di quella terra. Vediamo chi è il più forte.

Grazie Gabriele, basta così.

Nel frattempo gli scatti si possono guardare nel sito ufficiale di Gabriele Torsello: https://www.kashgt.co.uk/ .

La serata è stata organizzata da Italians of London (https://www.italiannights.co.uk) le foto della serata sono state realizzate da Giancarlo Pelati, presidente dell'Associazione che promuove la cultura italiana e che ha base a Londra. Le parole del Mahatma Grande Anima Gandhi potete ascoltarle dal link del repertorio della BBC, sono tratte da un'intervista realizzata durante una storica visita nella Big City, 76 anni fa. https://www.bbc.co.uk/bbcfour/audiointerviews/profilepages/gandhim1.shtml .

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