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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Miggiano / Via Como

Incidente in Afghanistan, muoiono tre soldati: uno era salentino

Luca Valente, di 28 anni, era primo caporal maggiore del 66/o Reggimento fanteria "Trieste", di stanza a Forlì, ha perso la vita questa mattina insieme a due commilitoni ad una ventina di chilometri da Shindand, in Afghanistan

SHINDAND (Afghanistan) – Si chiamava Luca Valente, aveva 27 anni, era originario di Miggiano. Era primo caporal maggiore del 66/o Reggimento fanteria “Trieste”, di stanza a Forlì. Era nato a Gagliano del Capo l’8 gennaio del 1984. Ha perso la vita insieme a due commilitoni nel corso di un tragico incidente stradale avvenuto ad una ventina di chilometri da Shindand, in Afghanistan. La notizia della morte dei tre soldati italiani è stata resa dal Regional Comad West Afghanistan.

L’incidente è avvenuto questa mattina. Ad essere coinvolto, un mezzo Lince del Task force center che era occupato in un’attività “tesa a recuperare una unità bloccata dalle condizioni meteo particolarmente avverse”. “Nell'attraversare un corso d'acqua – continua la nota che proviene da fonti della Difesa - si è ribaltato intrappolando, al suo interno, tre dei militari dell'equipaggio che sono successivamente deceduti". Le famiglie sono state informate in queste ore.

I militari del 66/o Reggimento aeromobile 'Trieste' - circa 400, secondo quanto riferisce all’Ansa il comando della Brigata “Friuli” - sono da fine settembre in Afghanistan dove, agli ordini del colonnello Francesco Randacio, sono tornati dopo tre anni come unità di manovra nel settore della Task force centre a Shindand.

Il ritorno in Italia è previsto a fine marzo, prosegue la nota dell’Ansa. Nel 2008 il Reggimento aveva avuto la responsabilità del Provincial reconstruction team (Prt) di Herat con compiti di supporto al processo di ricostruzione e sviluppo, oltre al comando del battle group'italo-spagnolo con due compagnie di manovra.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto esprimere i suoi sentimenti di “partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese”, recita una nota del Quirinale. Da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Mario Monti “ha appreso con dolore il grave incidente in Afghanistan nel quale hanno perso la vita tre militari italiani ed esprime il suo cordoglio alle famiglie, partecipando con commozione al loro lutto".

Luca Valente-2UNA FAMIGLIA DISTRUTTA - Il primo caporal maggiore Luca Valente aveva esperienza in tema di missioni internazionali. Per lui, questa, era la terza volta. In passato era già stato in Libano e nella stessa Afghanistan. Non era sposato e aveva due fratelli, uno dei quali abita in Lombardia, a Lodi, mentre l’altro è carabiniere presso la compagnia di Maglie. A Miggiano, in via Como, risiedono i genitori. La missione, come detto, sarebbe terminata a marzo. Luca era ripartito poco dopo il suo compleanno, a gennaio. La madre, ormai, contava con ansia i giorni che mancavano alla fine.       

Gli altri militari morti erano il caporal maggior 33enne di Messina, Francesco Currò e il primo caporal maggiore 28enne originario di Palermo, Francesco Paolo Messineo. Nell’incidente, s’è registrato anche un ferito, al momento ricoverato nell'ospedale militare da campo di Shindand per ipotermia, che non è in pericolo di vita.

“FERMATE I LINCE” - "La tragica morte dei tre militari italiani in Afghanistan a seguito del ribaltamento del Lince su cui viaggiavano è l'ennesima conferma dell’instabilità di quel mezzo, fortemente compromessa dalle modifiche apportate con l'istallazione di blindature pesanti per dare maggiore protezione all'uomo in ralla e infatti, proprio per questo motivo, più volte abbiamo invitato il Ministro della difesa a fermare quei mezzi perché insicuri”. Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia.

“Ora la morte di questi altri tre militari non richiede altre lacrime di coccodrillo, ma una seria inchiesta che faccia finalmente luce sulle evidenti criticità del mezzo ed eventualmente sulle responsabilità di coloro che l’hanno collaudato positivamente. Serve un concreto ripensamento sull'uso del Lince nei teatri operativi e intanto – conclude Comellini - mi sembra doveroso uno stop alle nuove acquisizioni in programma”.
 

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