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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tricase / Via Dante Alighieri

Paziente molesto: appicca per tre volte le fiamme nello studio di una psicologa

Una finestra forzata sul retro, carte bruciate e pareti annerite. I danni non sono ingenti, ma il gesto desta ovviamente inquietudine. La scoperta nelle scorse ore, ma il rogo nello studio preso in affitto dalla donna, a Tricase, in via Dante, potrebbe risalire anche ad alcuni giorni addietro

TRICASE – Gli indizi, tanti, troppi, perfino ridondanti come in una commedia di basso spessore, quali la fuliggine in volto, lo stato d’ubriachezza, i flaconi ancora mezzi pieni di liquido infiammabile, l’hanno irrimediabilmente incastrato. Ma di commedia, qui, c’è ben poco, perché in realtà s’è consumato un vero e proprio dramma ai danni di una terapeuta di Supersano, che aveva in cura F.L., 29enne di Patù. Il quale alla fine ha dovuto confessare. In virtù del suo stato particolare, è stato disposto l’arresto dal pm Massimiliano Carducci, ma con il trasferimento presso una comunità terapeutica affinché venga tenuto in cura.   

La giovane psicologa, che opera presso uno studio medico di Tricase, in via Dante Alighieri, ha avuto quindi a che fare in maniera fin troppo diretta e invasiva con le turbe del giovane, affetto da disturbi dell’umore. Preso poco prima dell’alba dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, è stato ascoltato fino a pomeriggio. Poi, l’arresto, nella quasi flagranza. Risponde di atti persecutori e incendio doloso.

La centrale operativa dell’Arma ha ricevuto la segnalazione di un incendio intorno alle 4.30 del mattino. Nelle vicinanze dello stabile al civico 11 di via Dante Alighieri, hanno notato una Lancia Ypsilon (peraltro già segnalata in precedenza) proprio nel momento in cui si stava allontanando. L’auto è stata bloccata. Alla guida c’era quel giovane, con il volto annerito dalla combustione da lui stesso provocata.

La perquisizione dell’auto ha permesso di trovare due flaconi contenenti liquido infiammabile, che in seguito i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase hanno rilevato come fosse lo stesso utilizzato per provocare il rogo nello studio. Condotto in caserma, il 29enne è stato anche riscontrato positivo al test alcolemico.

La vicenda ha però assunto subito una piega particolare, perché di atti incendiari e di danni, in quello studio, quasi si sono persi i conti, negli ultimi mesi. E inevitabilmente s’è sospettato che dietro vi fosse sempre la sua mano. Il quadro ha preso corpo strada facendo, grazie anche all’acquisizione di denunce, testimonianze, alla visione di alcuni filmati di sistemi di videosorveglianza di immobili vicini. E al ritrovamento di alcuni manoscritti dell’uomo.

Di sicuro, dunque, sono tre gli incendi avvenuti tra dicembre 2013 e gennaio (gli ultimi in sequenza, proprio la notte scorsa, forzando una finestra, e qualche altra addietro) tutti ai danni dello stesso studio medico e diretti sempre e soltanto alla psicologa. Una vera e propria fissazione, tanto da indurre a ritenere che si fosse davanti a un vero e proprio stalker. Con tutti gli altri sintomi del caso: non solo gli incendi, ma anche minacce e persino un episodio di furto.

La donna è stato obbligata anche a modificare le proprie abitudini di vita, e lo stesso è accaduto ad alcuni suoi parenti, preoccupati per lei e costretti in più occasioni a piantonare letteralmente la sala d’aspetto durante le sedute cui l’uomo si sottoponeva. Una persona che avrebbe potuto arrecare anche danni più gravi, perché era riuscito persino a procurarsi l’indirizzo di casa della psicologa e di alcuni familiari.

All’inizio la professionista non ha sporto denuncia per paura. Ma dopo i fatti della notte scorsa, considerato anche l’impegno dei carabinieri, che l’hanno tranquillizzata, ha preso coraggio. I danni, nelle varie occasioni, non sono stati tali da provocare problemi di tipo strutturale. Più che altro, si è annerita qualche parete. Ma i gesti ripetuti hanno ovviamente destato molta inquietudine, tanto più che la stessa palazzina ospita anche altri uffici commerciali e che nelle vicinanze vi sono molte abitazioni civili.

Facile immaginare alle conseguenze se i roghi fossero stati più estesi. Così come a quello a cui sarebbero andati incontro la donna e i suoi famigliari, se lo stalker, ormai sapendo da tempo dove abitano, avesse deciso di affrontarli in maniera più diretta, davanti alle loro abitazioni.

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