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Cronaca Taviano

"Spariti" i soldi del bollo auto, indagato agente assicurativo

Marco Marrocco, 34enne di Taviano, secondo quanto contestato dalla Procura, in tre anni avrebbe intascato 130mila euro degli automobilisti. Le indagini condotte dalla guardia di finanza della compagnia di Gallipoli

TAVIANO – Peculato, truffa aggravata e appropriazione indebita. Sono queste le ipotesi di reato formulate dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Angela Rotondano, nei confronti di Marco Marrocco, 34enne di Taviano, dipendente di un'agenzia assicurativa del posto. Secondo l’ipotesi accusatoria l'uomo, tra il 2005 e l’agosto del 2008 (data in cui il rapporto di lavoro con l’agenzia si è interrotto), avrebbe intascato una cifra vicina ai 130mila euro. Il 34enne, “in qualità di soggetto materialmente preposto al pagamento della tassa di proprietà per via telematica, alla riscossione delle somme di denaro da parte dei contribuenti ed alla consegna delle ricevute di pagamento”, si sarebbe appropriato degli importi relativi al pagamento dei bolli auto, per un ammontare complessivo di 126mila e 800 euro, a lui versati dagli ignari clienti dell'agenzia per cui lavorava, “consegnando agli stessi ricevute di pagamento che in seguito aveva provveduto ad annullare”. Ad essere danneggiati, in questo modo, sarebbero stati i clienti, la Regione Puglia e i titolari dell’agenzia di Taviano per cui il 34enne lavorava.

Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dalla guardia di finanza di Gallipoli, il 34enne si sarebbe poi impossessato anche di circa mille euro che i clienti dovevano al titolare dell'agenzia per il disbrigo di altre pratiche. Non solo, a questa cifra bisogna poi aggiungere anche i soldi, oltre 14mila euro, che l'indagato avrebbe sottratto dal conto corrente del suo datore di lavoro, per coprire parte dell'ammacco creato negli anni e mettere a tacere alcuni clienti che avevano scoperto che le tasse automobilistiche non risultavano pagate.

Nei giorni scorsi la Procura ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di Marrocco. Ora l'indagato, assistito dagli avvocati Biagio Palamà e Vincenzo Venneri, ha 20 giorni per presentare eventuali memorie difensive o chiedere di essere interrogato, prima che il pubblico ministero decida se chiedere il rinvio a giudizio.

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