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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Parabita

Finto avvocato raggirava i clienti adescandoli su Internet

Cosimo Fracasso, 30enne di Parabita, dovrà scontare due anni. E' stato condotto nel carcere di Borgo San Nicola. Almeno una decina i casi accertati di truffa ai danni di ignare persone che si affidavano a lui per questioni legali

 

PARABITA - Nell'arco di circa due anni, tra il 2008 e il 2009, avrebbe utilizzato i propri contatti e le conoscenze personali, per dirimere questioni legali relative al fisco. Avrebbe “preso a cuore” numerosi casi di contenzioso con l'Agenzia delle entrate, mettendo a disposizione, con buona dose di “filantropia”, il proprio talento da problem solver. O, quanto meno, questo è ciò che avrebbe lasciato intendere a numerose vittime, circa una decina e quasi tutte adescate in Internet,  incappate nel suo raggiro. Nessuno, tra i clienti che hanno fruito delle sue conoscenze di diritto tributario, avrebbe osato mettere in dubbio la sua credibilità.
Ci hanno, però, pensato i carabinieri della compagnia di Casarano che, dopo una lunga serie di accertamenti nel tempo, stimolati dalle denunce che si sono accumulate non solo nel comune di Parabita, ma anche altrove, persino nella provincia di Taranto. E dopo una perquisizione, eseguita nell'abitazione, i militari dell'Arma misero fine all'attività forense del giovane "avvocato", dotato di capacità istrioniche.
Trent’anni, domiciliato a Parabita, Cosimo Fracasso, è finito nei guai condotto, nella serata di ieri, nel carcere Borgo San Nicola di Lecce dove dovrà scontare due anni di reclusione per il reato di  truffa, dopo che la condanna è diventata esecutiva. La richiesta di carcerazione è partita dall’ufficio esecuzioni penali della Procura di Lecce. Nel suo appartamento, durante le indagini, gli investigatori recuperarono svariato materiale, tra cui anche sentenze fac-simile, che Fracasso avrebbe propinato alle vittime, per dimostrare che i ricorsi e le contestazioni, effettuati dai suoi clienti, procedevano senza intoppi. Peccato che, puntualmente, l'Agenzia delle entrate contattasse le vittime per segnalare nuovamente i mancati pagamenti.
 

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