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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Acquarica del Capo

L'assegno era scoperto, imprenditore ci rimette 400 bottiglie d'olio

Tre indagati in veneto per una truffa ai danni di un'azienda agricola del Capo. Sono un veronese, un napoletano e un pakistano. Ma l'"oro verde" è sparito

ACQUARICA DEL CAPO – Ci sono un napoletano, un veronese e un pakistano. Di mezzo, olio extravergine d’oliva del Salento. E quella che come incipit potrebbe ricordare tante famose barzellette dell’italico repertorio, in realtà è una truffa online, architettata in modo semplice ed efficace, che ha fatto venire i brividi sulla pelle del titolare di un’azienda agricola di Acquarica del Capo, quando, in capo a pochi giorni, ha preso coscienza del tranello.

L’imprenditore, infatti, ora teme di aver perso per sempre il suo carico di “oro verde”. Mentre l’assegno arrivatogli è equiparabile a carta straccia: risulta scoperto. Certo, i presunti autori sono stati comunque rintracciati e ora sono iscritti nel registro degli indagati. Ma, intanto, ben quattrocento bottiglie di olio si sono volatilizzate. Probabile che siano state smerciate già qualche ora dopo che il carico è arrivato a destinazione, solcando l’Italia dal profondo sud nord al profondo nord.  

A scoprire il trio (che comunque la truffa l’ha studiata bene, al netto di eventuali denunce, sicuramente messe in conto) sono stati i carabinieri della stazione di Presicce, con il supporto dei militari veneti, chiamati a un riscontro sulle indagini svolte dal Salento e a scovare materialmente chi fosse a dover saldare ancora il conto. S’è così scoperto che il campano risiede a Villafranca di Verona, così come in zona abita anche il pakistano. Mentre il veronese è l’intestatario del conto riferibile all’assegno.  

Ognuno ha avuto un suo ruolo, in questa faccenda. Il napoletano, infatti, ha preso anche contatto telefonico, ma usando un cellulare con una sim card intestata al pakistano (qualcuno che s’è adoperato a fare da prestanome, si suppone, per limitare la tracciabilità). Poi, ha inviato una mail per confermare l’ordinativo, a fronte di una spesa di 2mila e 300 euro.

Da Acquarica del Capo è partito il carico, con un corriere espresso, ma l’assegno ricevuto, intestato come detto al veronese (e che non risulta né rubato, né smarrito), è apparso scoperto. All’imprenditore salentino, a quel punto, non è toccato altro da fare che recarsi in caserma. I carabinieri hanno avviato gli accertamenti tecnici e, dalla mail, sono risaliti in primis al napoletano. Ma intanto, come detto, il prezioso olio d’oliva era già sparito.

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