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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Surbo / Via Piave

Per mostrare la pistola uccise per sbaglio l'amico, ex guardia giurata patteggia

Ha patteggiato una pena a due anni e mezzo di reclusione Danilo Dell'Anna, il 24enne di Surbo accusato di aver provocato, la sera del 1° novembre del 2011, la morte di Youssef Harmanz, dopo aver esploso un colpo di pistola partito quasi sicuramente in maniera accidentale

LECCE – Ha patteggiato una condanna a due anni e mezzo di reclusione Danilo Dell’Anna, il 24enne di Surbo accusato di aver provocato, la sera del 1° novembre del 2011, la morte di Youssef Harmanz, dopo aver esploso un colpo di pistola partito quasi sicuramente in maniera accidentale. La sentenza è stata emessa dal gup Giovanni Gallo. In precedenza, a novembre scorso, era stata rigettata la richiesta di patteggiamento (per una pena di un anno e sei mesi) avanzata dai legali dell’imputato.

Omicidio colposo era l’accusa formulata nei confronti del 24enne dal sostituto procuratore della Repubblica Carmen Ruggiero (che ha ereditato il fascicolo dal collega Giovanni De Palma), nei confronti dell’ex guardia giurata. Attraverso le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lecce, guidati dal capitano Biagio Marro, furono ricostruiti i drammatici momenti che portarono alla morte di Harmanz, 26enne di origini marocchine, caro amico di Dell’Anna e fratello della fidanzata, presente nella villetta di via Piave al momento della tragedia. In casa, oltre ai tre, quel giorno c’era anche la fidanzata di Harmanz.

Secondo quanto emerso dalle indagini, dei tre, a impugnare l'arma sarebbe stato proprio il 24enne proprietario della villetta dove ha perso la vita il ragazzo di origine marocchine. Dopo aver invitato gli amici in camera da letto, Dell’Anna estrasse una delle due pistole, entrambe legalmente detenute, che un tempo utilizzava per il suo lavoro di vigilante, abbandonato da qualche anno. L’uomo non si sarebbe accorto che la pistola era carica e pronta a sparare, senza la sicura inserita, e avrebbe inavvertitamente fatto fuoco con una Beretta semiautomatica calibro 7,65. Un colpo letale che attinse Youssef Harmanz al collo, provocando la sua morte. L’arma fu posta sotto sequestro insieme ad un’altra pistola calibro 9x21.

Una leggerezza, dunque, trasformò una sera di festa in una tragedia che spezzò una giovane vita, quella del 26enne, segnando per sempre quella del suo più caro amico. Una fine tragica che allora scossa l’intera comunità di Surbo. L’imputato era assistito dall’avvocato Angelo Pallara.

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