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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Sentenza rapida, il finanziamento non va in fumo e ripartono i lavori al Castello

Il sindaco di Ugento temeva di perdere 5 milioni di euro di finanziamento per i lavori di restauro del Castello dei principi d’Amore, bloccati per una disputa sull'aggiudicazione dell'appalto fra due ditte. Il Tar ha stabilito che non vi sono irregolarità nell'affidamento alla Nicolì di Lequile

LECCE - Possono riprendere i lavori di restauro del Castello di Ugento. E’ stata infatti depositata questa mattina la sentenza emessa dai giudici della seconda sezione del Tar di Lecce (presidente Rosaria Trizzino, estensore Ettore Manca), che hanno respinto il ricorso proposto dalla ditta che si era classificata seconda nell’aggiudicazione degli appalti, la De Marco di Bari. Confermato, dunque, l’affidamento dei lavori all’Impresa Nicolì di Lequile.

L’udienza si è svolta ieri mattina e la sentenza è stata depositata in tempi particolarmente rapidi.

I giudici leccesi, infatti, applicando in anticipo le modifiche legislative preannunciate dal governo Renzi sulla giustizia amministrativa in materia di appalti, sono andati anche oltre la richiesta dell’avvocato Luigi Quinto, difensore del Comune di Ugento.

Nel corso della discussione aveva sollecitato una decisione rapida. Il timore del sindaco Massimo Lecci, infatti, era quello di veder andare in fumo un finanziamento di oltre 5 milioni di euro ottenuto dal Comune e legato al rispetto dei tempi stretti in programma per l’esecuzione dei lavori, oltre che compromettere l’integrità dell’edificio.

La ditta barese aveva contestato le modalità di aggiudicazione alla ditta Nicolì, chiedendone l’esclusione anche per un presunto difetto dei requisiti di esecuzione. Condividendo le argomentazioni dall’avvocato Quinto per il Comune e dall’avvocato Domenico Mastrolia per contro dell’impresa Nicolì, il Tar ha respinto il ricorso, confermando la legittimità dell’operato della Commissione di gara presieduta dall’ingegner Massimo Toma.

Oggetto dell’intervento è il Castello dei principi d’Amore le cui origini secondo gli storici risalgono al periodo romano. Durante il periodo angioino, il castello fu più volte ristrutturato e Carlo d’Angiò, nel 1273, in occasione di una visita nel Salento, vi soggiornò, ospite del conte Adenolfo XI d’Aquino.

Nel 1537, in seguito all’occupazione della città da parte dei barbari guidati dal pirata algerino Barbarossa, il castello venne gravemente danneggiato: due torri furono distrutte come del resto buona parte dell’ala occidentale, del pian terreno e del primo piano.

Il maniero, riedificato nel 1642 ad opera del conte Vaaz de Andrada, ha subito negli anni un degrado costante anche per varie altre costruzioni e adattamenti, per poi precipitare in uno stato di completo abbandono. Al suo interno è dotato di ampi saloni, quasi tutti ornati da pitture e decorazioni di diverse epoche.

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