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Cronaca Nardò

Una catena di sub per Porto Selvaggio parco marino

Legambiente dal 30 maggio al 2 giugno richiederà l'ampliamento della marina protetta di Porto Cesareo fino alla baia di Porto Selvaggio, con una singolare manifestazione: una catena umana subacquea

Una singolare iniziativa quella che porterà avanti Legambiente dal 30 maggio al 2 giugno a Porto Selvaggio, per richiedere l'ampliamento della marina protetta di Porto Cesareo alla baia di Porto Selvaggio: l'accento sarà posto grazie all'organizzazione di una catena umana… subacquea. Si parte dunque venerdì con l'accoglienza e la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa e con un convegno sul futuro dell'area marina protetta. Un'immersione si terrà alle 15, mentre i non sub si dedicheranno alle escursioni. L'iniziativa vera e propria si terrà però domenica 1° giugno: la catena subacquea avverrà alle 11, seguita da altre manifestazioni, fino a sera, quando avverrà la premiazione dei partecipanti. La chiusura della manifestazione sarà lunedì 2 giugno.

La catena subacquea, come spiegato da Legambiente, "è un'iniziativa unica nel suo genere che negli anni passati ha visto centinaia di subacquei coinvolti a richiamare l'attenzione sui temi della tutela della natura e sull'opportunità di realizzare nuove aree protette marine o costiere. La prima edizione risale al maggio del 1988 a Capo Caccia in Sardegna. Poi l'iniziativa si è spostata passando dall'Isola d'Elba in Toscana alle coste di Siracusa in Sicilia, dove fu stabilito il record mondiale di immersione in gruppo più numerosa con ben 238 volontari immersi contemporaneamente. In quel caso si trattava di richiedere l'istituzione dell'Area marina protetta del Plemmirio, puntualmente avvenuta qualche anno dopo. L'iniziativa, negli anni successivi, si è spostata sulle coste della Campania, nella Città Sommersa di Baia, per approdare all'Arcipelago della Maddalena, in Sardegna, per richiedere la protezione delle Bocche di Bonifacio minacciato dalla continua presenza di traffico marittimo e petrolifero e infine in Puglia, ad Otranto. Quest'anno - spiegano abbiamo scelto come scenario il tratto jonico della penisola salentina che, con Porto Selvaggio, è senza dubbio una tra le zone più belle del nostro Paese e del Mediterraneo".

"Il territorio di Portoselvaggio - spiega ancora Legambiente -, compreso tra due torri costiere medioevali, la Torre dell'Uluzzo e la Torre dell'Alto, ha un'estensione di circa 400 ettari, di cui quasi la metà sono ricoperti da pini d'Aleppo, pini italici e marittimi con ottime capacità di attecchire in una zona particolarmente rocciosa ed esposta ai venti marini. Questo tratto di costa, che si affaccia nel Mare Jonio, è ricco e variegato sia per colori che per morfologia. Scogliere impervie che si affacciano in un mare cristallino ricco di sorgenti di acqua dolce, una serie di grotte di elevato interesse archeologico e un susseguirsi di calette, boschi e scogliere, a strapiombo sul mare, creano un suggestivo paesaggio che tiene fede al suo nome. La naturalezza del territorio di Porto Selvaggio risalta ancora più forte di fronte alla sfrontata aggressione dell'edilizia che ha investito la costa ionica negli ultimi decenni. Molti salentini hanno riconosciuto il valore naturalistico di questo territorio e ne hanno chiesto a gran voce la salvaguardia. Così nel 1980 - raccontano - fu istituito il parco naturale di Porto Selvaggio evitando l'imminente cementificazione prospettata dai numerosi progetti di lottizzazione che erano stati presentati. La tutela di questo territorio beneficerebbe uno slancio definitivo con l'annessione della baia di Porto Selvaggio all'Area marina protetta di Porto Cesareo". Per informazioni sulle quote e per le adesioni: 06 86268400 - fax 06 86218474. E-mail: sub@legambiente.eu.

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