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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Una ciabatta e due computer. Così ci siamo tuffati nell’oceano del web

Ricordi dei primi vagiti. Incoscienti noi stessi in quello che facevamo. Fin quando un giorno non siamo partiti. Il lancio fu una vera emozione. A seguirci, quel giorno, sì e no una trentina fra amici e conoscenti

Non s’erano mai lette fino ad allora notizie di cronaca, politica e sport, scorrendo la home page di un giornale lanciato per la prima volta in sordina nell’immenso universo del web. Foto e notizie pubblicate quasi in tempo reale da Lecce e provincia. Non le avevano ancora lette così attuali i leccesi. I salentini all’estero. Eppure, da quella data in poi, 8 febbraio 2007, l’informazione locale cambiò. E per sempre. Era nata la testata giornalistica on line LeccePrima. Ad essa, seguirono negli anni molte altre, come è giusto che sia.

Di quel che stavamo realizzando non ne eravamo del tutto coscienti noi, presi come eravamo a fare il giornale, infiniti numeri zero off line, con il nostro web master, Fernando, a operare nel cuore e tra le vene del giornale che il lettore non vede. Si stava invece lanciando nello spazio infinito del world wide web una piccola realtà territoriale mentre la storia si faceva, perché la storia, così narrata, dalle parti nostre, non s’era mai fatta.  

L’utente sarebbe stato al centro, come lettore, commentatore e allo stesso tempo fonte inesauribile di notizie. Non lo sapevamo ancora, ma quel modo di informare era già la nuova frontiera del giornalismo, il citizen journalism, di cui Citynews anni dopo, avrebbe fatto il suo cavallo di battaglia.

Nel frattempo avevamo mandato naturalmente in cantina le tradizionali “Lettere al direttore”, sostituite con i commenti degli utenti che iniziavano a giungere sugli articoli che pubblicavamo, filtrati e poi pubblicati. Le discussioni dei lettori su un pezzo di politica, un fatto di cronaca, il Lecce che vince fuori casa.  LeccePrima, agorà dei salentini nel web. Gratis.

Non avevamo ancora una redazione, io ed Emilio Faivre, i due soci fondatori. La redazione di giornale come uno se la immagina, insomma. Eppure le redazioni, quelle vere, le avevamo viste, eccome: venivamo dalla carta stampata, avevamo imparato il mestiere, e sapevamo bene quale impresa titanica sarebbe stata mettere su un giornale cartaceo. Impossibile. E neppure tanta voglia. Ma nemmeno a pensarci, diciamola tutta.

E poi era un po’ di tempo che Emilio mi parlava di quella sua idea, troppo bella per essere vera. “Qui abbiamo solo il deserto, ‘sta cosa va fatta”, ci dicevamo per incoraggiarci a vicenda. Vi era tutto dentro quel progetto, soprattutto la voglia comune di realizzarlo: orgoglio, riscatto, amore per il mestiere, futuro indecifrabile e duro lavoro. Lui ebbe l’idea, io mi inventai il nome della testata. Registrammo tutto al Tribunale di Lecce, era il 2006. “Come? Una testata su internet? Vuol dire che non uscite su carta? Bah, firmate pure”. Un millennio fa, se pensiamo che all’epoca non c’era WhatsApp e nemmeno lo smartphone, come lo conosciamo oggi, e Facebook in Italia registrò il picco di presenze solo due anni dopo. Tanto per dire.

Lavorare on line nel settore dell’informazione, un decennio fa, significava investire a costi accettabili, rispetto agli investimenti che avrebbe invece richiesto qualsiasi progetto cartaceo con l’ambizione di raggiungere un minimo di credibilità e autorevolezza. E fu così allora che la nostra start up, domestica, prese forma. 

Telefono, fax, collegamento internet, due pc sulla scrivania, un paio di prese collegate ad una ciabatta elettrica e una prolunga rubata all’aspirapolvere, nell’appartamento al terzo piano di un condominio di via del Mare. Nella stanza riservata allo studio professionale, su una delle pareti, incorniciato, il lucido della vecchia pre-stampa della prima pagina de “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Il fondo a firma di Domenico Faivre. Chi è vecchio del mestiere sa. I native si fidassero.

La notte del lancio on line osservavo il passato della stampa locale nell’icona, lì sulla parete, che si intersecava con il futuro che ci stavamo costruendo sul monitor. A riportarci con i piedi per terra, sul pianeta Terra, quella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2007, il brontolio della caffettiera in cucina, le tazzine del caffè, lo sguardo della mamma del mio socio, i suoi occhi lucidi e amorevoli che accarezzavano due bambini con le dita scatenate sulla tastiera. Poi al sottoscritto sarebbe toccato fare il giro di nera.

Per la prima volta nella storia dell’informazione locale, la mattina dell’8 febbraio 2007, quella fredda mattina, qualcuno, digitando sul suo motore di ricerca LeccePrima, avrebbe letto articoli e visto foto ben impaginate e che, se non avesse seguito i tg locali, solo 24 ore dopo avrebbe letto sui giornali tradizionali.  “Grazie signora del caffè, ne avevo proprio bisogno”.  

La nostra testata on line, qualche anno più tardi, con migliaia di utenti quotidianamente collegati e che spesso mandavano in tilt il sito sotto un diluvio di imprecazioni, avrebbe fatto incazzare i competitor cartacei e ai politici locali avrebbe stimolato la domanda: “Ma chi c’è dietro LeccePrima?”. Tranquilli, vi erano solo due pazzi scatenati.

Quella mattina dell’8 febbraio 2007 contammo una manciata di visite sulla home page di LeccePrima, le nostre, quelle dei nostri amici, informati del lancio in Rete del giornale. Fine. Saranno state un trentina di visite. A esagerare. Ti ricordo così. Buon compleanno piccola.

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