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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Munizioni all'uranio impoverito, interviene l’Esercito italiano: “Mai utilizzate”

Una nota della Scuola di cavalleria ribadisce la posizione ufficiale e su Torre Veneri fa riferimento alle rassicuranti conclusioni di un'indagine di Arpa Puglia con accertamenti radiologici su campioni di proiettili e sabbia

LECCE – Non c’era uranio impoverito nelle munizioni stoccate nel deposito di Bibbona (Livorno) nel 2001 e successivamente utilizzate nel poligono di Torre Veneri, a Frigole. Di più: l’esercito italiano ha mai utilizzato uranio impoverito. Lo dice una nota della Scuola di cavalleria di Lecce, a replica di quanto contenuto nell’articolo pubblicato sabato scorso Uranio impoverito, in un documento del 2001 l’allarme degli artificieri.

“In merito alla notizia pubblicata su LeccePrima circa un lotto di munizionamento di fabbricazione israeliana sospettato di contenere uranio impoverito che sarebbe stato stoccato in un deposito militare nel 2001, si rammenta che i controlli eseguiti nello stesso anno dai competenti organi tecnici hanno escluso la presenza di tale metallo nelle munizioni. Con l’occasione, si ribadisce che le Forze Armate italiane non impiegano, né hanno mai impiegato, munizionamento contenente uranio impoverito”.

“Per quanto riguarda il poligono di Torre Veneri, si ricorda inoltre che un’indagine dell’Arpa Puglia con accertamenti radiologici eseguiti presso l’area di esercitazione e in laboratorio su campioni di proiettili e sabbia, non ha evidenziato la presenza di uranio”.

Preso atto della posizione dell’esercito italiano sull’uranio impoverito, che per fortuna risulta rassicurante, resta da capire cosa possa essere fatto per la bonifica dei fondali e dei terreni dai metalli dei munizionamenti e dei bersagli che la stessa commissione parlamentare che ha concluso la sua attività con la relazione finale del 9 gennaio ritiene urgente. E’ pacifico infatti che nessuna operazione di bonifica sia stata effettuate negli anni. L’impegno preso dal ministero della Difesa di uno stanziamento per i poligoni italiani può essere un primo, doveroso, passo. In attesa di capire il chi, il come, il quando.

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