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Cronaca

Uranio, scrive la vittima: "Non sapevo del rischio"

In una lettera-denuncia di Luca Giovanni Cimino pubblicata sul blog Vittimeuranio.com il carrista 29enne, accusa: "Ho recuperato senza protezione bossoli esplosi, causa di degenarazione cellulare"

Luca Giovanni Cimino, 29enne, salentino originario di Copertino, dove è nato il 2 febbraio del 1978, è la vittima di una possibile contaminazione da armamenti bellici altamente nocivi per l'organismo. Non di uno scoppio di una granata o di un proiettile. Ma semplicemente della vicinanza all'oggetto. Munizioni, in questo caso. Quello di Cimino è l'ultimo caso in ordine di tempo ed è stato messo in evidenza da Falco Accame, presidente di Ana-Vafaf, l'associazione che offre assistenza alle vittime arruolate nelle forze armate ed alle loro famiglie. Che sia uranio impoverito o altro, il caso è comunque balzato agli onori della cronaca nei giorni scorsi per una lista che in tutta Italia va allargandosi a dismisura. Ora, la lettera del militare di Copertino è stata pubblicata su Internet. La segnalazione arriva direttamente da Francesco Palese, curatore del sito https://www.vittimeuranio.com.

Nella sua missiva-denuncia, molto rigida nel linguaggio, ma anche dettagliata, Cimino, che pone la sua firma in calce, dichiara "di aver prestato servizio militare di leva presso la ‘Scuola di Cavalleria e delle Truppe Corazzate Comando battaglione supporto tattico e logistico' con l'incarico di carrista conduttore della Centrale Poligono N° Matr. 013280 data incorporazione il 15/12/1998 e congedato il 12/10/1999.Al comando del Ten. Col. Vito Margotta". Prosegue quindi facendo riferimento alla sua "richiesta di indennizzo per causa di servizio, causata dalla mia attività di carrista conduttore svolta presso la caserma "Torre Veneri". Tale attività ha portato il suddetto alla manipolazione di munizioni belliche armate con uranio impoverito, dei Carri armati del gruppo "Centauri e Arieti", e dei munizionamenti vari, dei reparti in esercitazione nel sopraelencato poligono".

"In particolare il sottoscritto svolgeva il compito più pericoloso per la contaminazione da uranio, in quanto provvedeva senza alcuna protezione a recuperare vedette, bersagli e bossoli esplosi di ogni tipo, recandosi nella zona dove pochi minuti prima erano esplosi i proiettili contaminati. Tutto ciò è stato causa di una degenerazione cellulare nel mio organismo, in particolare la degenerazione di cellule ossee del viso, diagnosticata come "Emoblastoma mandibolare" (tumore osseo), dalle indagini mediche non risulta alcuna compatibilità per cause congenite, ma bensì un'infezione concomitante tra il periodo della prestazione militare e lo sviluppo della degenerazione cellulare".

"In tale proposito - conclude -, mi riservo di presentare documentazione medica ed esami istologici relativi alla prognosi, pertanto si richiede risarcimento per i danni fisici e morali, causati dalla non consapevolezza del rischio a cui andavo incontro svolgendo il servizio di leva presso il Battaglione di ‘Torre Veneri'".

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