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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Urla e strattoni di un esagitato, tre ore di follia di notte nel pronto soccorso

Un 42enne ha provocato un vero caos. Un vigilante anche refertato per i colpi. Prima dell'alba portato a Galatina per un tso

LECCE – Urla e mani addosso a chiunque, un vigilante colpito anche al volto e al torace, il poliziotto del posto fisso strattonato, i parenti stessi in forte difficoltà e impossibilitati a calmarlo. Per almeno tre ore, dall’una alle 4 del mattino, il pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce si è trasformato in un'arena, rimanendo in balia di un uomo di 42 anni di un comune vicino al capoluogo, esagitato al punto tale che, al termine di una nottata di follia, è stato trasportato assicurato su una barella e con tanto di un agente di polizia locale sull’ambulanza e il collega di scorta in auto, vista la pericolosità della situazione.

Se il pronto soccorso di Lecce vive tutto l’anno una situazione di emergenza costante, l’estate è il momento cruciale per quello che è una sorta di porto di mare. Da qui passa tutto il traffico in direzione di altri reparti, nei casi in cui vi sia necessità di cure specialistiche, e con dimissioni, comunque, che arrivano in seguito a visite, eventuali medicazioni o somministrazioni di farmaci, dopo attese che si possono protrarre anche per ore per i codici bianchi e verdi. E fra turisti e rientri di salentini dalle località estere o del Settentrione in cui vivono per lavoro o studio, quel traffico aumenta a dismisura.

La sala d’attesa era piena di pazienti per ogni tipo di patologia, nella notte, intorno all’una, quando è arrivato quell’uomo, accompagnato da diversi parenti. L’errore è stato probabilmente anche a monte, nel non aver richiesto subito un intervento sotto casa di 118 e forze dell’ordine, perché, sovreccitato e in preda a una furia incontrollabile qual era, forse anche con l'amplificazione dell'alcool, placare quell’uomo è stato quasi impossibile, turbando nel frattempo le normali operazioni. Grida contro infermieri e medici, a un certo punto avrebbe anche iniziato a lanciarsi per terra, simulando aggressioni (fino a provocarsi sangue a un gomito) e chiedendo persino ai parenti di essere filmato, sostenendo di essere aggredito.

Una vera baraonda che ha costretto agente del posto fisso di polizia e vigilante della Securpol Security in servizio in quel momento a intervenire, rischiando di essere travolti dal furore. La guardia giurata è stata anche refertata: tre giorni per lievi lesioni dovute ai colpi ricevuti. Nemmeno un successivo intervento degli agenti di una volante di polizia e i calmanti somministrati dallo psichiatra hanno riportato subito calma nel reparto. Solo alle 4,30 del mattino, dopo una visita decisamente complicata, il 42enne è stato trasportato al “Santa Caterina Novella” di Galatina, nel reparto di Psichiatria, per un trattamento sanitario obbligatorio, con autolettiga scortata da una pattuglia di polizia locale di Lecce.

Quella appena descritta è solo una delle tante situazioni in cui si ritrovano, spesso, gli operatori del pronto soccorso. Si è scritto molto di aggressioni, minacce, situazioni paradossali. Qualche soluzione tampone s’è raggiunta installando porte adeguate per separare il triage dai pazienti in arrivo (fino a poco tempo addietro era fin troppo facile accedervi), ma il problema della sicurezza resta comunque alto e serio. Tanto che non sono mancate anche in seguito altre vicende difficili da gestire e che sono volati pure ceffoni.      

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