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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Usura, estorsione e riciclaggio: in venti a processo, abbreviato per due

Furono nove gli arresti eseguiti dai militari del Nucleo di polizia tributaria. Ingenti i sequestri di beni mobili e immobili

LECCE – Sono venti gli imputati rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su una presunta associazione a delinquere accusata di usura, estorsione e riciclaggio. Per alcuni vi è anche l’accusa di turbativa d’asta e frode ai danni del fondo di solidarietà antiracket. In un caso, appunto, la vittima dell’usura (perpetrata però da un’altra associazione) avrebbe persino "gonfiato" gli importi versati agli strozzini, truffando lo Stato, per poi versare il denaro a un altro imputato. 

Si tratta di: Luciano Notaro, 70enne nato a Grottaglie e residente a Galatina, fratello di Mario Notaro, di 72 anni, nato a Sant’Angelo in Vado (Pescara) e residente a Galatina;  Antonio Gianluca Notaro, 44enne nato e residente a Galatina (figlio di Luciano); Luigi Nuzzaci, 65enne di Galatina;  Francesco Palumbo, 44enne di Melendugno; Italo Scudella, pregiudicato 86enne nato a Taranto e residente a Surbo; Fabio Sparapane, 29enne di Galatina e figlio di Luigi Sparapane, 57enne nato a Soleto, cognato di Mario e Luciano Notaro e cha ha scontato già una detenzione per 416 bis; Carlo Palumbo, 80enne pregiudicato per usura nato a Galatina, ma residente ad Aradeo, e padre di Francesco; Pantaleo Nuzzo, 53enne di Taranto; Maria Antonica, 69 enne di Galatina; Angelo Antonio Calabretti, 71enne di Galatina; Anacleto Chittano, 78 di Galatina; Anna Paola Dima, 43enne di Melendugno; Biagio Luigi Garibaldini, 55 anni di Galatina; Maria Luce Maglio, 63enne di Galatina; Lucia Santoro, 57enne di Melendugno; Massimo Palumbo, 51 di Melendugno; e Patrizia Palumbo 50 anni, di Galatina. Tra i difensori gli avvocati Giuseppe Bonsegna, Alessandro Stomeo, Antonio Savoia; Viola Messa, Francesco Vergine, Francesca Conte, Carlo Gervasi; e Americo Barba.

In due hanno scelto il giudizio con rito abbreviato: Carlo Palumbo, 47 anni, e Concetta Candido, 49enne, assistiti dall’avvocato Luigi Corvaglia.

Le indagini, coordinate dal procuratore capo Cataldo Motta e dal sostituto procuratore Alessio Coccioli, si sono diramate in almeno due filoni investigativi: il primo relativo agli appalti per le mense in un istituto galatinese nell’anno scolastico 2011-2012. L’altro, invece, riguarda una trentina di casi di usura ed estorsione nei quali sono incappati altrettanti cittadini galatinesi, per lo più imprenditori in difficoltà finanziaria.

Al vertice dell’organizzazione, cui è stata anche riconosciuta la modalità mafiosa per via del modus operandi nell’attività di “riscossione dei crediti”, alcuni individui ed esponenti di rango ritenuti vicini al clan mafioso dei Coluccia. I metodi di recupero del denaro si basavano molto spesso su minacce ed episodi di violenza privata. L’organizzazione, oltre ad esercitare abusivamente l’attività finanziaria ai danni di cittadini in stato di bisogno, aveva avviato un vero e proprio business usurario, con tassi di interesse che oscillavano tra il 121 e il 183 per cento. Poi, per non lasciare traccia di quei movimenti illegali, gli assegni bancari che gli indagati ricevevano anche a garanzia dei prestiti concessi, venivano automaticamente negoziati su conti correnti intestati a terze persone a loro riconducibili.

Oltre ai provvedimenti restrittivi nei confronti dei nove arrestati, le fiamme gialle hanno anche eseguito un maxi sequestro da circa 5 milioni di euro: si tratta di sei immobili, sette motociclette e sei autovetture, uno stabilimento industriale, una società di capitali (la misura riguarda il capitale sociale e l’intero compendio aziendale). E non è tutto.  Sono finite nelle mani dello Stato anche due ditte individuali, alcune quote di capitale sociale per un valore nominale pari a 3 milioni e mezzo e 10 rapporti assicurativi e fondi pensione. Alla ricostruzione del patrimonio è intervenuto in supporto anche il servizio centrale investigativo criminalità organizzata della guardia di finanza di Roma.

Ma il nocciolo dell’indagine che ha consentito alla guardia di finanza di scardinare gli ingranaggi dell’organizzazione criminale è rappresentato, appunto,  da quella anomala aggiudicazione di un appalto per la gestione del servizio di mensa scolastica in un istituto per l'infanzia di Galatina.  È emerso, infatti, come uno dei capi dell’organizzazione,  Luigi Sparapane agendo in concorso con alcuni dipendenti pubblici in servizio presso il Comune di Galatina, fosse riuscito a turbare una procedura pubblica di aggiudicazione con riferimento alla gara d’appalto per il “servizio di refezione delle scuole dell’infanzia statali". Ha così consentito l’assegnazione del relativo servizio alla ditta individuale riconducibile alla propria moglie, titolare di una ditta di forniture di alimenti per le mense. 

Le foto dei nove arrestati nel blitz

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