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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Vertice sul caporalato: la tendopoli di Nardò potrebbe riaprire i battenti

La Conferenza provinciale convocata in Prefettura a Lecce plaude all’accordo per regolarizzare il lavoro stagionale. Tutte le parti impegnate a emarginare il fenomeno del caporalato. Buone prospettive sull’apertura “Masseria Boncuri”

 

Lecce - I primi lavoratori immigrati, addetti alla raccolta delle angurie, sono già arrivati a Nardò ma ad attenderli, quest’anno, non c’era una tendopoli o un qualunque servizio di accoglienza, in grado di strapparli alle lunghe nottate trascorse sotto gli ulivi salentini o in casolari di fortuna.

Dopo lo stop della Prefettura di Lecce all’allestimento del centro di accoglienza di “Masseria Boncuri” a causa di una flessione importante del mercato, la critica della Flai Cgil non si è fatta attendere ed oggi il segretario locale, Antonio Gagliardi, è tornato a ribadire il proprio disappunto nel corso della Conferenza provinciale permanente sul fenomeno del caporalato, convocata dalla Prefettura di Lecce cui hanno partecipato le forze dell’ordine, i rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro, della Direzione provinciale del lavoro, dell’Inps, dell’Inail e della Provincia di Lecce, nonché il sindaco del comune di Nardò ed il responsabile  del Centro per l’impiego competente, le organizzazioni sindacali e datoriali del settore.

 “E’ vero che la produzione è in calo, come sostiene Confagricoltura, ma la flessione è solo del 30, 35 percento. Ciò significa che rimangono, nell’area di Nardò, duecento ettari di terreno che necessitano dell’impiego di quasi 500 lavoratori stagionali”, ha precisato il sindacalista.

Non tutto è perduto, però. Seppur in ritardo, infatti, “il primo cittadino di Nardò, Marcello Risi ha annunciato l’apertura di Masseria Boncuri anche per la stagione 2012, potendo contare sui 50 mila euro messi a disposizione dalla Regione Puglia”, spiega Gagliardi. La tempistica rimane incerta, l’allestimento è tutto da immaginare, né si conosce il nome di chi subentrerà alla cooperativa “Finis Terrae” nella gestione della tendopoli. Sulla possibile riapertura, è intervenuto anche il prefetto, Giuliana Perrotta che ha richiesto che fosse allestito, all’interno della masseria, un punto informativo sulle modalità di impiego dei lavoratori, nonché previa intesa con gli altri organismi, dei corsi di lingua e di educazione civica come previsto dal contratto nazionale di integrazione.

E’ stata segnalata anche la necessità che il Centro debba essere dotato di un regolamento che disciplini gli accessi, di un piano di sicurezza che tenga conto, tra le altre, del numero massimo di presenze che non dovrebbe essere superiore alle 150 unità, pari alla effettiva capienza della struttura in questione.

Di certo c’è l’intenzione di rompere il meccanismo dell’intermediazione dei cosiddetti caporali, agevolando l’incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro. Tra le aziende, che possono godere di incentivi se decidono di avvalersi delle liste di prenotazione degli operai stagionali aperte presso i centri dell’impiego, e gli stessi lavoratori, per lo più immigrati, avvezzi al mortificante meccanismo del pizzo riscosso dai caporali.

“Abbiamo presentato in Prefettura i risultati di un accordo sottoscritto da Flai Cgil, Uila Uil, Fai Cisl, Confagricoltura, Coldiretti e Cia che cerca di migliorare le retribuzioni, regolarizzando la posizione degli immigrati”, aggiunge Gagliardi. Più praticamente, la retribuzione minima prevista per 6 ore di lavoro quotidiano dal contratto provinciale dell’agricoltura, si integrerà con una retribuzione a cottimo per il surplus prodotto, in base al criterio della quantità.

Le stesse aziende potranno scegliere di operare in maniera trasparente, comunicando le liste dei lavoratori di cui hanno bisogno ai centri per l’impiego, incrociandole con gli elenchi di prenotazione istituiti dalla Regione Puglia. “Gli imprenditori sono tenuti a comunicare il dove, come e quando inizierà la raccolta, con almeno 24 ore di anticipo. Gli ispettori del lavoro saranno a conoscenza dei nominativi dei lavoratori impiegati e dell’orario di inizio dell’attività”. Un passo in avanti verso la regolarizzazione del far west della raccolta stagionale di angurie, o di pomodori che sia, dove le campagne diventano teatro di nuove e inquietanti forme di schiavitù. E di ribellioni sotto il sol leone, come accaduto a Boncuri nel 2011, alla conquista dei più elementari diritti sul luogo di lavoro.

 

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