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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Alezio

Violenza sessuale? Macché, la "vittima" s'inventa tutto

La donna lo ha confessato oggi in aula davanti ai giudici del Tribunale di Lecce. Assolto con formula piena un uomo di Alezio, che era stato accusato di averla violentata presso un casolare nei campi

LECCE - Violenza sessuale? Macché, si era inventata tutto. E lo ha confessato oggi in aula davanti ai giudici. E' stato dunque assolto con formula piena dal collegio della seconda sezione penale, presidente Vincenzo Pellerino, a latere Pietro Baffa e Pasquale Sansonetti, M.C., originario di Alezio, accusato da una sua vecchia conoscenza di averla violentata in un casolare di campagna. Ma la realtà emersa nel corso del processo era ben diversa dal racconto fatto dalla presunta vittima.

Innanzitutto i due per ben tre anni, dal 2005, avevano una relazione esclusivamente di tipo sessuale. Nel gennaio 2008 la donna decise di fidanzarsi con un uomo di Casarano, troncando i rapporti con l'uomo, ma solo fino a marzo, quando lui in un'occasione l'avrebbe costretta a salire sulla sua moto per condurla in un casolare di campagna che sorge sulla strada di Taviano, e una volta giunti lì avrebbe abusato di lei. In seguito a questo episodio la sé dicente vittima si è poi recata in caserma a sporgere denuncia contro M.C. e da lì ha poi preso avvio l'azione penale contro l'uomo.

Ma oggi la donna, ascoltata dai giudici, ha fatto cadere completamente le accuse contro l'imputato. Stando a quanto dichiarato in aula, in seguito a quell'incontro nel casolare la signora rimase incinta: il bambino era sicuramente di M.C..

Dopo aver saputo della gravidanza, ma soprattutto dopo aver realizzato di non poter essere lui il padre, il compagno della donna l'avrebbe persuase affinchè si recasse dai carabinieri per raccontare di essere stata violentata. La ricostruzione dei fatti resa dalla persona offesa ha poi portato ad una richiesta di assoluzione piena da parte del pubblico ministero Francesca Miglietta, accolta dal collegio giudicante, che ha poi rimandato gli atti al pubblico ministero per formulare un'imputazione per calunnia contro la donna.

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