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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Voglio vedere mio figlio". Chiamano 113 per molestie e si scopre ordine pendente

Arrestato un 30enne marocchino. Nella notte, ubriaco, ha iniziato a inveire contro l'ex compagna, 23enne, arrivando a minacciarla. La polizia, denunciandolo, ha scoperto che su di lui pendeva anche un ordine di carcerazione per spaccio del Tribunale di Bologna

LECCE – A suo carico c’era un ordine di carcerazione pendente proveniente da Bologna, ma questo la polizia leccese l’ha scoperto per puro caso quando è intervenuta per il chiasso che stava facendo. In arresto è così finito Q. R., marocchino 30enne. Sembra che stesse urlando e minacciando la sua ex compagna, una ragazza salentina di 23 anni, intorno all’1,30 di notte. Motivo? Intendeva vedere suo figlio.

Una volante è intervenuta nel centro della città quando è giunta la segnalazione per molestie sul 113. Nonostante la presenza dei poliziotti, l’uomo avrebbe continuato a mantenere un atteggiamento aggressivo, forse anche a causa di uno stato di ebbrezza alcolica che è apparso loro evidente. 

Invano gli agenti l’avrebbero invitato alla calma e ad abbassare la voce, visto l’orario notturno e il disturbo arrecato anche al vicinato. Non contento, proprio davanti a loro, sarebbe arrivato a minacciare di morte l’ex compagna, arrivando a dire che sarebbe pure finito in prigione, se non gli avesse fatto vedere il figlio.

La giovane ha raccontato ai poliziotti di vivere in questa situazione di tensione, stress e minacce di tutti i tipi, da quando Q.R. è stato scarcerato da Bologna nel  dicembre del 2014, tornando a Lecce. Le molestie sarebbero iniziate peraltro già cinque anni addietro, al punto che la ragazza, per questo motivo, sarebbe stata costretta a trasferirsi in un’altra abitazione.

Il guaio per il marocchino è che, da un controllo in ufficio, è risultato gravato da un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bologna per spaccio abituale di sostanze stupefacenti. In un’occasione si sarebbe anche verificata la morte di una tossicodipendente per overdose, dovuta proprio alla cessione da parte sua. Al termine degli accertamenti Q.R è stato qujndi condotto in carcere. Nel contempo, è stato denunciato per maltrattamenti, atti persecutori e minacce gravi. 

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