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Cronaca

Xylella, riduzione dei sintomi negli ulivi trattati con rame e zinco

La notizia è stata data dal batteriologo Marco Scortichini del Consiglio per l'analisi in agricoltura e la ricerca agraria

LECCE – Gli ulivi trattati hanno dimostrato riduzione dei sintomi ed anche della quantità di batteri, quelli non curati invece sono “in agonia”.

Marco Scortichini, batteriologo del Consiglio per l’analisi in agricoltura e la ricerca agraria, ha illustrato le prime risultanze di un’attività di sperimentazione.

In pratica sono stati selezionati 110 alberi, in cui era accertata la presenza della xylella fastidiosa, nelle campagne di Veglie, Galatone e Galatina. La metà delle piante è stata trattata con un prodotto a base di zinco e rame, brevettato in Israele e nebulizzato sulla pianta in vegetazione in quattro passaggi tra aprile e maggio e sul tronco in inverno. Scortichini, nel corso del seminario svolto presso la sede di Coldiretti, ha voluto subito chiarire che non si è in presenza di una soluzione definitiva: “Non vorrei che i risultati di questa prima fase della sperimentazione da me condotta fossero letti in maniera sensazionalistica. Purtroppo per questa batteriosi, come per altre fitopatie gravi, non esiste una cura magica”.

I primi risultati della ricerca di Scortichini e del suo staff fanno presagire la possibilità di una convivenza con il batterio.  Per questo la sperimentazione proseguirà per tutto il 2016. L'esperto ha poi illustrato ai presenti la bibliografia scientifica sull'inefficacia delle eradicazioni per arginare VEGLIE ULIVO NON TRATTATO 7-9-2015-2alcune patologie vegetali, portando gli esempi del Brasile e degli Usa, dove gli abbattimenti degli agrumi affetti da xanthomonas citri (altro batterio da quarantena) non hanno sortito gli effetti sperati. “E peraltro quel batterio attacca solo gli agrumi. Figuriamoci quanto gli abbattimenti siano inefficaci con un batterio che ha centinaia di specie ospiti come xylella fastidiosa”.

“Il Salento e i salentini devono assumere piena consapevolezza di essere area infetta – dice il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno – per questo è importante lasciare da parte le reazioni emotive che hanno caratterizzato la storia recente. Ormai la patologia ha pervaso tutto l'oliveto salentino: facciamocene una piena ragione e operiamo ciascuno nel proprio campo per tentare di salvare il nostro patrimonio arboreo e dare speranza di futuro all’attività imprenditoriale agricola”.

Il prossimo seminario sarà giovedì 31marzo 2016 con la partecipazione del prof. Francesco Porcelli dell’Università di Agraria di Bari.

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