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Puglia, crollo dei permessi di costruire. Ance punta l'indice sulla burocrazia

Crollo dei permessi di costruire in Puglia tra il 2005 e il 2012: maglia nera a Foggia, più contenuto il calo di Lecce. Il presidente Ance, Delle Donne: "In Italia 233 giorni per ottenere un permesso. La burocrazia cancro che sta annientando il settore"

BARI - La Puglia, come nel resto d’Italia, non si sottrae al crollo del numero delle costruzioni autorizzate negli ultimi anni. Se i dati Istat-Sole 24 Ore segnano, nel 2012, un calo del 70,5 percento a livello nazionale nel numero dei permessi di costruire ritirati ogni 10 mila abitanti, rispetto al 2005. A livello regionale si passa dal crollo del 78 percento nella provincia di Foggia, alla riduzione più contenuta del brindisino ( meno 51 percento).

“La lentezza della burocrazia – denuncia il presidente Ance Puglia, Nicola Delle Donne - è il peggiore di tutti i mali per l’intera economia italiana e, in particolare, per il settore delle costruzioni che vede  ogni giorno impegnati migliaia di imprenditori in una battaglia contro la palude amministrativa per ottenere documenti e autorizzazioni sempre più complicati da conseguire. Se in Italia occorrono 233 giorni per ottenere un permesso contro i 184 della Francia e i 97 della Germania appare chiaro come, oltre al problema del mercato in crisi, nel nostro Paese dobbiamo scontare anche questo cancro che sta annientando un intero settore”.

Il calo delle province di Taranto e Bari (nella quale confluiscono i dati della Bat) non si discosta molto dal dato nazionale, con la prima a – 71,1 percento e la seconda a – 70,3 percento. La provincia di Lecce, infine,  segna un calo leggermente minore (62,2 percento) essendo diminuiti i permessi ogni 10mila abitanti dai 40,5 ai 15,3.

“E’ necessario portare a termine in tempi brevissimi le semplificazioni previste nel decreto ‘sblocca Italia’ di cui il nostro settore ha estremo bisogno – commenta Nicola Delle Donne -. Per contribuire al rilancio del comparto delle costruzioni, è necessario un serio intervento nella semplificazione normativa e burocratica. Solo norme chiare e trasparenti possono garantire reale e leale concorrenza che, in mancanza di risorse, rappresenta elemento imprescindibile di cui c’è bisogno per rilanciare il settore”.

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