Artigianato in crisi: aziende chiuse anche per effetto del calo del turismo
Il presidente Confartigianato: "Molte imprese non riapriranno. Altri rischiano trasformare la professione in un passatempo"
LECCE – Botteghe artigianali chiuse per la decretazione d'urgenza dovuta alla diffusione del coronavirus. Una vera e propria ecatombe nel Salento, e si teme che molte aziende non riusciranno a riaprire i battenti perché una crisi profonda ha ormai investito l'intero settore produttivo.
L'allarme è stato lanciato dal presidente provinciale della categoria Artigianato artistico, tradizionale e di qualità di Confartigianato Imprese Lecce, Antonio Donato Colì.
“Il settore ha subito un durissimo colpo a causa delle necessarie misure di contenimento del virus – ha dichiato Colì -. Il nostro settore dovrebbe essere tra gli ultimi a ripartire, almeno dal punto di vista del rilancio. Eppure prodotti come la ceramica, la cartapesta, la pietra leccese, il ferro battuto, l’ebanisteria, il mosaico, la tessitura rappresentano i saperi che hanno contraddistinto l’immagine del Salento nel mondo e non possono finire nel dimenticatoio”.
Ormai le prospettive di un futuro sono ridotte al lumicino: non solo, infatti, molte aziende hanno chiuso i battenti per sempre, ma tanti altri artigiani rischiano di dover trasformare la loro professione in un mero passatempo.
A mettere in crisi il comparto produttivo, oltre al perdurare del divieto di assembramenti e di manifestazioni fieristiche ed eventi, secondo Confartigianato, è anche la prevista diminuzione dei flussi turistici, fondamentali per la sopravvivenza di numerose attività artigiane.
Per questo la ripartenza del settore, a detta di Colì, passa anche attraverso l’aiuto dei salentini.
“L’artigianato artistico è alle prese con una crisi che è sempre più irreversibile. L’auspicio è che i nostri prodotti tipici possano essere acquistati non solo dai turisti ma anche dai salentini che credono nell’importanza della qualità del fatto a mano – ha sottolineato il presidente -. L'artigianato artistico rappresenta e ha rappresentato negli anni un’eccellenza in tutta la provincia di Lecce, un biglietto da visita del Salento e un fiore all'occhiello ammirato in tutta Italia. Mi auguro che le istituzioni locali possano mettere in piedi una campagna di sensibilizzazione per incoraggiare gli acquisti, magari incentivando le vendite on-line”.
Non manca, poi, l’appello alle istituzioni, dal governo alla Regione Puglia.
“Perché, pur rispettando le prescrizioni di distanziamento sociale, non si può vendere nelle proprie botteghe o non si può consegnare a domicilio? L’auspicio è che nel prossimo Dpcm le botteghe siano riaperte al pubblico e alla vendita – ha concluso Colì -. È dalla cultura artigiana che l’economia salentina potrebbe ripartire. Perdere l’attività dell’artigianato artistico non significa soltanto perdere posti di lavoro, significa soprattutto perdere l’immagine del made in Salento nel mondo”.