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Economia Cavallino

Unieuro, inizia il “fuori tutti”. Trentasette dipendenti sul piede di guerra

Sit-in organizzato dai sindacati di categoria davanti al punto vendita di Cavallino e quattro ore di sciopero per protestare contro la decisione di chiudere a dicembre e contro “l’atteggiamento di chiusura” dimostrato dall’azienda durante le trattative

LECCE – L’ottimismo, per 37 dipendenti del negozio Unieuro di Cavallino, sta perdendo buona parte del suo profumo. Anzi, come sottolineano gli interessanti in toni sarcastici, il punto vendita (affiliato alla nota catena di prodotti elettronici) sembra essere entrato nell’era della disoccupazione.

Il 7 dicembre scadrà il contratto d’affitto nel locale sito all’interno del parco commerciale “Leclerc” di Cavallino e, prima di quella data, inizieranno le operazioni di smantellamento e svuotamento “da cose e persone”. Il destino di 37 famiglie, a meno di un clamoroso passo indietro da parte di Unieuro che sembrerebbe aver deciso per la chiusura del negozio, sembra tracciato. Certo, avvisano i sindacalisti di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil, l’ultima parola non è stata ancora pronunciata: “Aspettiamo il prossimo incontro con le parti interessate, che si terrà i primi di settembre, per comprendere quali siano le reali intenzioni della società”.

Di certo c’è che, finora, nessuna trattativa è andata a buon fine. Al contrario. L’azienda si sarebbe arroccata in un atteggiamento “di totale chiusura” provocando la reazione dei dipendenti che hanno risposto a muso duro: quattro ore di sciopero oggi e si replicherà il 12 e 16 agosto.

UNIEURO - sit in 005-2Sullo sfondo della diatriba vi sarebbe uno scontro di Unieuro con la proprietà del negozio delineatosi nel corso dell’ultima riunione tenuta, il 5 agosto, presso il Comune di Cavallino in cui erano presenti le tre sigle sindacali, il sindaco Michele Lombardi ed il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone. La proprietà, secondo quanto riportato dai tre sindacalisti, avrebbe offerto uno sconto del 33 percento sul canone d’affitto a fronte, però, di un impegno biennale. Uniero, dal suo canto, avrebbe proposto di prolungare il rapporto contrattuale d’affitto per un solo anno.

Le organizzazioni sindacali, nel mezzo, non sono rimaste a guardare, impegnandosi ad alzare la soglia della solidarietà tra lavoratori fino al 60 percento e spingendo per una politica commerciale più aggressiva, capace di sbaragliare la concorrenza. Ma, come si diceva, il banco è saltato.

Peraltro, aggiungono Valentina Fragassi (Cgil), Mauro Fioretti (Uil) e Carmela Tarantini (Cisl), la salvaguardia dei livelli occupazionali potrebbe rivelarsi un’operazione complicata. E questo perché i quattro punti vendita di Unieuro sparsi sul territorio provinciale (Nardò, Lecce, Maglie e Surano) hanno attivato i contratti di solidarietà per il personale dipendente, in scadenza nel maggio 2015. “Unieuro deve rendere nota, a questo punto, la propria strategia commerciale complessiva – spiega Valentina Fragassi - e le istituzioni devono farsi carico di queste vertenza che sta colpendo così duramente il territorio”.

Peraltro la situazione di Cavallino rappresenterebbe la punta dell’iceberg di una crisi che ha proporzioni ben maggiori: “Sgm, socio maggioritario della holding company Italian Electronics, ha reso noto che altri 49 punti vendita sul territorio nazionale saranno oggetto di chiusura o ridimensionamento”.

UNIEURO - sit in 011-2La stessa sorte del punto vendita di Cavallino, dunque, potrebbe toccare ad altre decine di negozi del marchio Unieuro. Per restare ai problemi ‘di casa nostra’, infine, i sindacalisti puntano apertamente il dito contro le politiche dei grandi format commerciali che si sarebbero rivelate “fallimentari”. Nell’area del centro commerciale di Cavallino, infatti, esistono due negozi che si occupano di distribuzione di prodotti elettronici di consumo (Marco Polo Expert ed Unieuro) che di fatto appartengono ad Italian Electronics ma risultano, paradossalmente, in concorrenza tra loro.

L’appello alle istituzioni è stato intanto raccolto da Paola Povero, presidente dell’assemblea provinciale del Pd, che invita tutti “ a mettere in campo uno sforzo maggiore per non perdere l'ennesimo ballottaggio occupazionale con altri siti produttivi o commerciali”. “La nostra città –aggiunge - con tante crisi occupazionali in essere, non può permettersi di aggregarsi ancora un cospicuo numero di propri concittadini, senza lavoro”.

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