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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Confindustria a confronto coi candidati alla Provincia

Incontro utile ad analizzare lo stato dell'economia locale e le proposte di Confindustria per migliorare il governo dell'ente provinciale. Occhi puntati su produzione, turismo, trasporti e federalismo

I tre candidati alla provincia di Lecce hanno incontrato la locale Confindustria, nella sede di quest'ultima, nel capoluogo salentino. "Nel corso dell'incontro - afferma a margine dell'appuntamento e del confronto il presidente di Confindustria Lecce Piero Montinari - abbiamo parlato del ruolo che la Provincia può e deve svolgere per contribuire alla crescita economica e sociale del nostro territorio, anche alla luce del Federalismo. In tale ottica, abbiamo illustrato ai candidati un documento con le linee guida e le strategie che gli imprenditori ritengono prioritarie per una Provincia che sia agente di sviluppo".

Nello specifico, Confindustria ha promosso le proprie proposte ai tre candidati, partendo da un'analisi attenta della crisi economica mondiale e dei risvolti che la stessa sta avendo sui mercati finanziari e sulle politiche dei governi, soffermandosi ovviamente sulla situazione italiana.
"Anche in Italia - precisa Confindustria Lecce nella relazione - la crisi ha manifestato tutta la sua virulenza. I principali indicatori economici evidenziano la congiuntura sfavorevole, anche se il nostro Paese appare tra quelli meglio attrezzati a farvi fronte. Il clima economico è precipitato nel primo trimestre 2009 ai minimi storici, riguardando tutti i settori, ma si è anche osservata una leggera risalita del clima di fiducia dei consumatori italiani, probabilmente in relazione al calo delle tensioni inflazionistiche".

Da Confindustria si è voluto sottolineare dapprima l'impennata dei ricorsi alla cassa integrazione e successivamente i cali significativi della produzione industriale, con i "timidi segnali di ripresa", che "vengono dalle variazioni positive registrate in febbraio dall'attività nei settori alimentare, del legno e chimico e dagli ordinativi esteri". Confindustria ha sottolineato l'anomalia dell'economia pugliese che nel triennio 2005-07 ha conosciuto "un periodo di crescita tale da far parlare di ‘Puglia locomotiva del Mezzogiorno'", con risultati positivi anche per la provincia di Lecce.

Secondo Confindustria "la provincia ha il compito di assumere il ruolo di ente istituzionale di rilievo costituzionale al fine di promuovere lo sviluppo del proprio territorio" e "in questo senso, deve svolgere una funzione di raccordo tra i livelli verticali di governo e gli enti minori, un'azione di coordinamento tra enti minori localizzati all'interno del territorio provinciale ed un'azione di unificazione tra attori pubblici e privati. Tutte le forme di gestione previste sono forme usufruibili dalla provincia per realizzare il ruolo assegnatole, applicando il principio di sussidiarietà".

L'organo rappresentante le industrie propone che la Provincia metta in atto una serie di azioni che sostengano il sistema produttivo locale, agendo su più fronti: dal supporto del settore manifatturiero tradizionale (moda e legno-arredo) nel processo di riposizionamento qualitativo e di ricollocamento sui mercati, al sostegno dell'attuazione e dello sviluppo dell'innovazione "applicata", con l'attivazione di progetti specifici per favorire la crescita dell' "Economia della conoscenza" , come strumento indispensabile per migliorare la competitività attraverso l'efficienza dei risultati degli enti, delle imprese e dell'intero sistema territoriale. Inoltre Confindustria suggerisce che la provincia favorisca "lo sviluppo dei settori ad alto contenuto tecnologico", (meccanica, metalmeccanica, ICT, aeronautica, nautica, chimica, energia)" e la "diffusione di un'immagine di qualità e di eccellenza dell'innovazione tecnologica del territorio facendo leva sulla significativa presenza, e relative sinergie, di risorse umane altamente qualificate con un buon livello di istruzione e formazione professionale"; si chiede di supportare la nascita di spin off universitari, di incoraggiare l'aggregazione delle imprese sul piano della promozione e della tutela dei prodotti, di sostenere la crescita qualitativa e la diffusione sui mercati internazionali di alcune eccellenze dell'agroindustria locale (in primis olio e vino) e di sviluppare l'azione dei confidi nei confronti delle imprese al fine di favorirne il consolidamento finanziario e la patrimonializzazione.

Occhi puntati anche sui trasporti e su un sistema di comunicazione "che garantisca i collegamenti con le strutture portuali ed aeroportuali di riferimento", nonché sul miglioramento qualitativo dell'offerta turistica, puntando su promozione e destagionalizzazione, rivedendo l'utilizzo del marchio Salento d'Amare, valorizzando la formazione degli operatori di settore, e lavorando anche sul versante dell'ambiente. Passaggio importante anche quello sul federalismo fiscale e governance, riforma che "impone a tutte le istituzioni di avviare, sin dall'immediato, una riorganizzazione e razionalizzazione della propria struttura e dei propri servizi, finalizzata a garantire la massima efficienza ed economicità nella gestione dell'ente pubblico".

Confindustria Lecce ritiene decisivo pertanto "un sistema di governance che porti all'eliminazione delle duplicazioni e sovrapposizioni istituzionali così come di tracimazioni inutili e dannose nei confronti del mercato. A questo fine sarà necessario che la governance della Provincia di Lecce venga impostata sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale e verticale. Principio peraltro fatto proprio e sostenuto dall'Unione Europea che ne sollecita l'applicazione".

Confindustria Lecce ritiene fondamentale "l'avvio di un partenariato stabile e proficuo tra chi si troverà ad amministrare la Provincia di Lecce per i prossimi cinque anni e le parti sociali che sono espressione del territorio", con un "tavolo permanente che monitorizzi problematiche di interesse generale: andamento del mercato e dell'occupazione, tematiche ambientali ed energetiche, stato dei trasporti, livello di spesa degli enti".

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