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Economia

L'ecobonus aiuta l'edilizia: risparmio energetico e ristrutturazioni contro la crisi

Oltre 77 mila contribuenti pugliesi hanno fruito delle detrazioni, realizzando interventi di riqualificazione sugli edifici. Stasi: "Ecobonus una manna per economia"

Lecce - Gli incentivi fiscali tendono una mano al comparto edile. I dati diffusi dall'osservatorio economico di Davide Stasi avvalorano l'idea che l'ecobonus sia stato una manna per il settore: sono infatti aumentati gli interventi di riqualificazione degli edifici, nell'ottica di un migliore risparmio energetico, mentre la spesa complessiva ha superato gli 11 milioni di euro.

Tra gli interventi più importanti, che hanno consentito un risparmio di 3,3 gigawattora all'anno, si contano la realizzazione di pareti verticali e orizzontali, l'installazione di pannelli solari, di nuovi infissi, di caldaie a condensazione, caldaie a biomassa, pompe di calore, impianti con sistema ibrido, scaldacqua a pompa di calore e interventi di building automation.

Le ristrutturazioni e le riqualificazioni stanno superano le nuove costruzioni e finora hanno riguardato gli edifici costruiti nel decennio 1970-1980 e, in parte, anche quelli del decennio 1980-1990.

“Il comparto edile prova così ad uscire da una crisi profonda – commenta Stasi -. Aumentano i pugliesi che si convincono ad effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili, grazie soprattutto agli incentivi fiscali. Queste agevolazioni sono in grado di innescare un potente effetto moltiplicatore che attraversa trasversalmente tutti i comparti produttivi collegati al sistema casa, comportando, ad esempio, benefici per le imprese del legno arredo e dell’impiantistica”.

L’anno scorso, sempre in Puglia, oltre 77 mila contribuenti hanno fruito delle detrazioni e l’incremento è stato di oltre 13 mila contribuenti. L’ammontare complessivo delle detrazioni è stato pari a 39 milioni 560 mila euro, contro i 32 milioni 82 mila euro dell’anno prima.

Leggendo i dati si scopre che sono stati 389 mila i pugliesi che hanno approfittato, invece, degli incentivi concessi per il recupero del patrimonio edilizio.

L’ammontare delle detrazioni è stato di 219 milioni 862mila euro. Rispetto al 2018, il numero dei contribuenti interessati al bonus casa è salito dell’8,3 per cento e l’ammontare delle detrazioni è cresciuto del 14,8 percento.

Una giornata di approfondimento, sul tema è stata organizzata dalla sede provinciale di Lecce dell’associazione italiana amministratori e condòmini, in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Lecce, la Fondazione Messapia, la sezione di Lecce dell’associazione italiana dottori commercialisti e la banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto.  L’evento si svolgerà sabato 14 settembre, dalle 9 alle 13, all’Arthotel.

Gli sgravi fiscali previsti

Dal primo maggio scorso, in alternativa alla detrazione diretta o alla «cessione» del credito con possibile sconto sul prezzo di cessione, i beneficiari delle detrazioni sul risparmio energetico «qualificato» e sulle misure antisismiche (assoluta novità per quelle del 50-70-80 per cento dell’articolo 16, commi 1-bis, 1-ter e 1-quater, decreto legge 63/2013) possono optare per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo (articoli 14, comma 3.1 e 16, comma 1-octies, decreto legge 63/2013).

Sono ammessi al bonus tutti gli interventi sul risparmio energetico «qualificato», detraibili al 50-65-70-75 per cento, in dieci anni; misure antisismiche, realizzate su parti comuni, finalizzate congiuntamente alla riqualificazione energetica, detraibili all'80 o all'85 per cento, in dieci anni; acquisto di unità immobiliari, soggette a misure antisismiche, da imprese di costruzione o ristrutturazione con demolizione e la ricostruzione, detraibili al 75 o 85 per cento, in cinque anni; misure antisismiche su immobili abitativi o produttivi, detraibili da Irpef o Ires al 50-70-80 per cento, in cinque anni; misure antisismiche su parti comuni condominiali, detraibili da Irpef o Ires al 75 o 85 per cento, in cinque anni.

Inoltre, dal 30 giugno scorso anche le detrazioni Irpef del 50 per cento sugli interventi per il risparmio energetico «non qualificato» possono essere cedute ai «fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi», in base all’articolo 10, comma 3-ter, del decreto legge 63/2013 (cosiddetto decreto Crescita), introdotto dalla legge 58/2019, di conversione del decreto.

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