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Economia Casarano

Tragedia Filanto, appello accorato alle istituzioni di una madre disperata

Una donna di Casarano scrive al sindaco Gianni Stefàno, alle parrocchie, ai sindacati, e chiede risposte chiare per tutte le famiglie come la sua, vittime della crisi dell'azienda: "Da gennaio senza sussidio. Come faremo?"

CASARANO – La tragedia Filanto, il silenzio delle istituzioni cittadine di Casarano, il disagio dei lavoratori e delle loro famiglie e il futuro senza speranza: tutto raccolto e raccontato nelle amare considerazioni, contenute in una lettera inviata alla redazione di LeccePrima, ma che ha come principale destinatario il sindaco di Casarano ed assessore provinciale, Gianni Stefàno. A firmarla Carmen Fiorito, che si firma “madre disperata” e, a nome dei protagonisti di storie simili alla sua, lancia un nuovo appello nell’attesa di ricevere qualche risposta in merito alle problematiche sollevate.

“Filanto, le famiglie attendono invano una svolta e soprattutto delle risposte. Forse nessuno ci ascolta? Ma cosa bisogna fare per attirare l’attenzione? I politici dove sono? Il sindaco di Casarano, sig. Stefàno dov’è? È o non è un problema, se non il più grande, della sua città? Le parrocchie di Casarano dove sono? Siamo o non siamo una famiglia anche fuori dalla Chiesa? A tutti i sacerdoti chiediamo sostegno, la preghiera non basta più, aiutateci, abbiamo bisogno anche delle vostre urla… Le nostre grida non arrivano dove è di competenza, la nostra paura è di perdere la voce prima che qualcuno ci ascolti.

Sindaco Stefàno, noi siamo i suoi concittadini, quelli che con lei si stanno battendo per salvare il nostro ospedale, ora dico, abbiamo bisogno anche di un lavoro per andare avanti, parlo da madre che guarda le sue figlie e non riesce più a dar loro sicurezza ma solo angosce. Le chiedo semplicemente un po’ più di interessamento e collaborazione. Casarano è una grande famiglia che va sostenuta e aiutata, ma forse ci sono battaglie e battaglie? Secondo noi quella del lavoro è la più importante di tutte.

Quello che è più vergognoso di tutta questa vicenda è che a Casarano, più di una volta, per il calcio si è mobilitata la città intera; per l'ospedale ( solo per la chiusura di un reparto e non per licenziamento di dipendenti) si è mobilitato tutta Casarano, con a capo il sindaco, l'amministrazione e tutti gli enti (chiesa, politici, professionisti, semplici cittadini), e per la tragedia Filanto?

A gennaio quando tutte queste persone non avranno (non avremo) più un sussidio da parte dello Stato, giusto per tirare avanti, vedremo cosa succederà. Magari andremo tutti allo stadio a fare dei bei pic-nic, oppure andremo a far visita ai degenti dei reparti ‘salvati’ dai tagli alla sanità. È mai possibile che in un pezzo di terra come il nostro, non così isolato come si è sempre detto, in una decina di anni la Filanto abbia mandato via tremila persone senza che nessuno, e ripeto nessuno, abbia mai alzato un dito e sollevato il problema a livello nazionale?

I sindacati cosa dicono? Vi sta a cuore il futuro della povera gente o no? Dove siete? Da che parte state? La domanda mi viene spontanea visto che, nonostante le nostre sollecitazioni, cercate sempre di prendere tempo; il nostro tempo, che sta per finire. Aspettiamo che l’azienda faccia ancora i suoi (porci) comodi come ha fatto in tutti questi anni, lo sanno tutti che per i pochi ancora sotto il nome ‘Filanto spa’, l’azienda sta preparando il colpo di grazia: fine anno col botto. Auguri”.

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