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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Fumata nera per la vertenza Marozzi: "Flixbus guadagna quote di mercato"

L'azienda non revoca i licenziamenti collettivi. Autobus fermi il 23 febbraio Guagnano, Cgil: "A rischio 20 professionisti"

LECCE – I sindacati non la spuntano al tavolo ministeriale per la vertenza Marozzi Viaggi e Turismo: l’azienda conferma il licenziamento collettivo di 84 lavoratori, tra cui 20 autisti salentini.

I segretari di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Fna si sono seduti al tavolo del ministero dei Trasporti nella giornata di ieri, confermando l’esito negativo delle trattative: “Rispetto alla posizione di chiusura della società e all’inspiegabile silenzio delle Regioni nelle quali Marozzi svolge i servizi di collegamento (Basilicata, Campania, Lazio, Puglia e Toscana) le segreterie nazionali – si legge in una nota - hanno ancora una volta ribadito la loro disponibilità a trovare soluzioni alternative per i lavoratori coinvolti, nel rispetto dei livelli retributivi e normativi”.

Marozzi è un’azienda interna alla holding Finsita del gruppo Vinella che opera attraverso autorizzazioni e concessioni pubbliche.  Ma quali sono i motivi alla base dei licenziamenti? “Non vi è nessuna crisi finanziaria interna perché i bilanci sono in attivo - ha precisato il segretario provinciale di Filt Cgil, Salvatore Guagnano -. I guadagni si sono però contratti negli ultimi tempi a causa della concorrenza dell’agguerrita Flixbus, società tedesca che, in seguito alla liberalizzazione della mobilità su gomma delle linee a lunga percorrenza, sta conquistando importanti fette di mercato”.

Flixbus è un'autolinea tedesca fondata nel 2012, sbarcata in Italia tre anni dopo e divenuta rapidamente un leader nel trasporto low cost, grazie a campagne di marketing efficaci e prezzi quasi imbattibili. Il suo è divenuto praticamente un “caso” per il fatto che il Parlamento, con una norma confezionata quasi su misura, ha cercato di tarparle le ali. Flixbus si è difesa in tribunale presentando vari ricorsi.

Il problema è tutto legato alla concorrenza nel mercato, a causa dei prezzi dei biglietti che sono molto contenuti. La società, però, non possiede mezzi propri ma offre servizi di trasporto su gomma, affidandosi a  compagnie locali che mettono a disposizione autobus ed autisti.

I competitor, evidentemente, stanno accusando il colpo: “Flixbus, però, non sta solo facendo una forte concorrenza – ha aggiunto Guagnano -, ma sta precarizzando anche i lavoratori. Gli autisti sono sottoposti allo stress del ricatto occupazionale perché assunti con contratti a chiamata oppure a tempo determinato”.

“Il problema è a monte. La responsabilità è della politica che non riesce a regolamentare come si deve il settore, così le aziende hanno deciso di sbarcare sulla piattaforma  - prosegue Guagnano -. I sindacati stanno percorrendo tutte le strade possibili per individuare delle alternative ma, anche nel caso in cui i lavoratori venissero riassorbiti da altre aziende, perderebbero il diritto acquisito negli anni sul parametro economico. E perderebbero anche le tutele garantite dai vecchi contratti, cominciando dal tempo indeterminato che non è più una certezza grazie all’applicazione del Jobs act”.

Le parti si sono riaggiornate in sede ministeriale il 19 febbraio. I sindacati intanto hanno indetto una seconda giornata di sciopero: i mezzi di Marozzi non viaggeranno a partire dalla mezzanotte del 22 febbraio per 24 ore.

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