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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

I padroni del gas puntano sul progetto di Tap, Salento pedina di geopolitica

Confermate nella capitale dell'Azerbaijan, le indiscrezioni dei giorni scorsi: annunciata la scelta dei soci del consorzio Shah Deniz. L'opera dovrebbe approdare a San Foca, ma è diffusa la paura dell'impatto ambientale e sull'economia del turismo

LECCE – Ora c’è anche l’annuncio ufficiale da parte del consorzio azero Shah Deniz: è di Tap (Trans Adriatic Pipeline) il progetto di gasdotto selezionato per trasportare il gas naturale dai giacimenti dell’Azerbaijan verso l’Europa meridionale e, da qui, verso quella continentale. Una notizia che riguarda direttamente la provincia di Lecce, dato che l’infrastruttura dovrebbe approdare sulla terraferma non distante dal centro abitato di San Foca, marina di Melendugno. Le indiscrezioni degli scorsi giorni hanno trovato così definitiva conferma in una conferenza stampa nella capitale azera.

La decisione sta a significare che i soci del consorzio, British Petroleum, Socar e Total stanno scommettendo sul cosiddetto “corridoio Sud” - e non sulla via che sarebbe passata da Austria, Romania, Bulgaria e Ungheria – e sull’opzione di Tap piuttosto che su quella proposta da Itg – Poseidon di Edison, che prevede la riemersione del gasdotto in zona di Otranto. Per quanto riguarda il gas, l’Italia rappresenta il terzo mercato europeo e una delle finalità del progetto sarebbe quella di sottrarsi alla dipendenza energetica dalla Russia e dall’Ucraina.

Secondo una nota stampa di Tap, per Kjetil Tungland, uno dei massimi dirigenti “questo è il primo e importante passo per l'apertura del Corridoio Sud del gas che, guardando in prospettiva, avrà un ruolo rilevante nel garantire la sicurezza energetica dell'Europa e  assicurare la diversificazione delle forniture di gas ai mercati dell'Europa sudorientale e occidentale”.

Si tratta, oggettivamente, di un’accelerazione importante verso la realizzazione dell’opera: la procedura di valutazione di impatto ambientale sarebbe prevista già per settembre. Certo, sul territorio salentino, il gasdotto non gode di molte simpatie: da tempo amministrazioni locali, comitati spontanei e associazioni ambientalista hanno dichiarato il proprio “no”,  difendendo un’idea di sviluppo sostenibile e finalizzato alla valorizzazione del turismo. Durante il periodo di limbo, quello in cui è andato avanti il lavoro di lobby mentre il consorzio azero si riservava la decisione, non sono mancate le schermaglie e le polemiche, con anche una recente “incursione” giudiziaria finalizzata all’accertamento della correttezza delle procedure di prospezione effettuate nei mesi scorsi, sia con riferimento alle autorizzazioni che ai presunti danni lamentati da alcuni gruppi di pescatori. E’ diffusa la consapevolezza che si stia entrando ora nel vivo della partita: è ragionevole pensare che da qui all’avvio dei cantieri, stimato per il 2015, si dovrà evitare quel clima di contrapposizione frontale che non è mai una buona premessa per un’opera di questa portata.

Mario Tagliaferro, legale del gruppo Ecologisti democratici del Pd, ha così commentato: “Siamo consapevoli che l’opera si inserisce all’interno delle strategie europee di diversificazione delle fonti energetiche, con lo scopo di rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Prendiamo atto che il governo Letta ha da poco siglato un accordo intergovernativo con gli altri paesi transfrontalieri favorevoli all’investimento (Albania e Grecia) e con ddl approvato in Consiglio dei ministri ha approvato la proposta. Tuttavia, riteniamo fondate le preoccupazioni di tecnici e territori interessati circa la dubbia opportunità di inserire l’opera in un’area di pregio ambientale, paesaggistico e culturale a vocazione turistica e non industriale”. L’onorevole Teresa Bellanova e il segretario regionale del Pd sono pronti a incontrare il comitato “No Tap” e i residenti dei comuni interessati.

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