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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il Coronavirus si abbatte sulle piccole imprese: "Il 60 percento rischia di chiudere"

Marti, Confindustria: "Servono interventi strutturali, gli imprenditori non reggono il colpo". Confartigianato chiede di sospendere e prorogare le scadenze delle tasse locali

LECCE - “Il virus che sta attraversando le città ha già presentato un conto salato: la perdita di vite umane a cui temo si aggiungeranno presto anche quelle dell’economia”.

Con queste parole accorate il presidente del Comitato piccola industria di Confindustria Lecce, Roberto Marti ha voluto lanciare l'allarme sul rischio di desertificazione del tessuto imprenditoriale della provincia. Tessuto già sfilacciato e indebolito dalla crisi economica, vale la pena di ricordare.

Il presidente non ha dubbi: “Il sistema imprenditoriale non sarà in grado di reggere un tale contraccolpo”.

“La nostra economia e in modo particolare il funzionamento di migliaia di piccole e medie imprese sono in grave rischio, così come tantissimi posti di lavoro” scrive Marti.

Secondo le prime stime, a causa degli effetti delle doverose interruzioni delle attività, gli esperti temono la chiusura del 60 percento delle piccole e medie imprese italiane. In pratica, la stragrande maggioranza delle imprese italiane.

Un danno incalcolabile, quindi: “Basti pensare che le piccole e medie imprese italiane occupano oltre 4 milioni di addetti di cui oltre 2 milioni nelle piccole imprese”.

“L’impatto economico e sociale potrebbe avere effetti senza precedenti: rischiamo di ripiombare in una sorta di dopoguerra – denuncia Marti -. Confindustria continua la sua azione di stimolo per il governo, suggerendo soluzioni all’emergenza. Ma non può bastare: servono interventi strutturali, a tutti i livelli per sostenere nell'immediato la mancanza di liquidità delle imprese e di assorbire nel medio periodo gli effetti finanziari della pandemia, salvaguardando quanto più possibile l’occupazione”.

Questa la ricetta del presidente: “E' urgente stabilire una vera e propria economia di guerra per sostenere le famiglie e i consumi interni, immettere immediatamente liquidità nel sistema. Serve tracciare un nuovo corso, una sorta di New Deal che metta insieme tutti gli attori economici, politici e sociali".

Confartigianato chiede la sospensione delle tasse locali

I drammatici effetti economici dell'emergenza sanitaria sono evidenziati anche da Confartigianato Imprese di Lecce che ora chiede un intervento deciso di sindaci e presidente della Provincia: quello di sospendere e prorogare le scadenze relative alle tasse locali, per supportare le attività economiche e alleviare le difficoltà.

La richiesta punta a uniformare la tassazione locale alle disposizioni dei decreti del presidente del Consiglio relative allo stato di emergenza, compreso il decreto “Cura Italia”.

Nello specifico, Confartigianato Imprese Lecce chiede ai sindaci di valutare la possibilità di proroga dei termini di versamento relativa alla Tari, in relazione ai termini di versamento deliberati, e all’Imu, primo acconto in scadenza il 16 giugno 2020.

Allo stesso modo suggerisce di riparametrare le tariffe Tosap e Ic sulla base delle effettive giornate di attività delle imprese.

Inoltre, alla luce delle misure di sostegno a copertura dei canoni di locazione, parzialmente già introdotte attraverso l'articolo 65 del decreto sul credito d'imposta per botteghe e negozi, Confartigianato chiede di agevolare anche gli artigiani e i commercianti non rientranti nel decreto, promuovendo una riduzione dell'impatto del tributo Imu relativamente alla quota a favore dell'ente locale.

“Riteniamo che far giungere alle imprese da parte del sindaco una rassicurazione concreta in questa direzione trasferirebbe un messaggio di speranza e di unità di intenti. Il sistema produttivo locale rischia di uscire gravemente danneggiato: bisogna trovare i mezzi per difenderlo”, concludono il presidente di Confartigianato imprese Lecce, Luigi Derniolo e il segretario provinciale, Emanuela Aprile.

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