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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Casarano

Italgest-Rcf, sciolto accordo. L'ira di Paride De Masi

"Nel Salento si continua a ritardare la tempistica di un piano industriale, un accordo di riconversione sottoscritto addirittura il 1° aprile 2008", sbotta l'ad dell'azienda. Che va al contrattacco

CASARANO - Riguardo alcuni articoli apparsi oggi sull'impianto a biomasse di Casarano, in particolare sulle posizioni espresse dal coordinamento intercomunale "No alla centrale", organizzato dall'associazione "Energia, ambiente e vita", Italgest ha inviato una nota di precisazione, specificando come dall'azienda non sia stata diffusa alcuna nota stampa relativa allo scioglimento della joint venture con Rcf Group Spa. "Le strumentalizzazioni", afferma l'amministratore delegato, Paride De Masi, "sono quelle che portano a parlare di inceneritori o mostri e che non guardano alla realtà delle cose. L'unica certezza è che il danno che si sta arrecando allo sviluppo economico di una realtà capace di riconvertirsi è inaccettabile".

E' una forte controffensiva, quella di Italgest, dopo i vari attacchi che sono arrivati nelle ultime settimane. "I tempi dei piani industriali non possono attendere i capricci di comitati nati strumentalmente per la necessità di visibilità di qualcuno. L'atto di scioglimento di una joint venture così importante, definito lo scorso 13 aprile, è la conseguenza di un clima di terrore creato ad arte e che mortifica l'immagine di una città da sempre ospitale e di gente per bene che non può essere presa in giro da stregoni dell'ultima ora che gridano al disastro ambientale".

"Ikea - prosegue De Masi -, multinazionale dell'arredo, ha deciso di impiantare in ogni punto vendita un impianto ad olio vegetale per alimentare il proprio fabbisogno energetico, contribuendo così alla salvaguardia del pianeta. A Casarano invece ciò diventa l'affare per pochi e che non porta benefici a nessuno. Mentre Ikea decide di realizzarlo e lo fa senza blocchi demagogici di sorta, nel Salento si continua a ritardare la tempistica di un piano industriale, un accordo di riconversione sottoscritto addirittura il 1° aprile 2008 in sede confindustriale, due anni fa, che oltre a contribuire a produrre energia rinnovabile, guarda anche ad una riconversione possibile che purtroppo, a questo punto, speriamo faccia qualcun altro".

"Mi sarei aspettato delle controproposte rispetto ai miei progetti, invece solo invettive e bugie con le gambe corte che saranno presto svelate. Bisogna far ritornare a "respirare" una città. I danni provocati da questo atteggiamento saranno considerevoli per tutti. Chi si rende complice di questa scellerata situazione è giusto che ne risponda direttamente ai cittadini. Ovviamente con la coscienza a posto - conclude - sono pronto anch'io, dopo Rcf Group, a farmi da parte".

L'atto di scioglimento dell'accordo.

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