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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Lavoratori ex Bat a braccia conserte. Vertice in prefettura con l’azienda

La produzione nella ditta Ip srl stenta a partire. Lunedì l'azienda presenterà il piano industriale che i sindacati si riservano di valutare: "Pronti a tornare a Roma per chiedere verifica sul piano di riconversione"

LECCE - La vicenda dei lavoratori ex Bat (British American Tobacco) transitati nell’azienda Ip srl, dopo la dismissione del tabacchificio leccese, si è aggiornata oggi nella sede della prefettura di Lecce. L’incontro è stato richiesto dai sindacalisti di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil dopo l’appuntamento della settimana precedente in Confindustria, bruscamente interrotto dalla presenza “inopportuna” secondo loro, di alcuni avvocati inviati dai lavoratori a prender parte ad un tavolo tecnico, e non di natura istituzionale.

Poco male, perché la “resa dei conti” è stata rimandata a lunedì prossimo sempre presso Confindustria, alla presenza dei vertici dell’azienda che hanno già in tasca il tanto atteso piano industriale che metterà realmente all’opera i lavoratori. Operai che da troppo tempo vivono tra l’incertezza e l’ansia di una produzione che stenta a partire.

Succede infatti che nello stabilimento dismesso dal colosso britannico delle sigarette, Ip ha portato “un solo macchinario, utilizzato una sola volta e già rotto”, spiega Maurizio Longo di Fim Cisl, con il risultato che gli operai si recano sul posto di lavoro per fare praticamente nulla. La giornata trascorre a braccia conserte, pur essendo regolarmente retribuiti: una situazione paradossale su cui occorre far chiarezza.

Durante l’incontro odierno in prefettura, cui hanno partecipato il prefetto Giuliana Perrotta, il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, il primo cittadino Paolo Perrone ed i referenti di Confindustria, il senatore Pdl Filippo Piccone, titolare dell’azienda, avrebbe confermato l’esistenza di un piano industriale per la realizzazione di infissi in alluminio. Piano che i sindacati si riservano di valutare, nei tempi e nei modi, prima di ritornare a Roma per richiedere una verifica sullo stato di attuazione del piano di riconversione industriale della Manifattura. Solo in quella sede, precisano i sindacalisti, si potrà scoprire il perché gli impegni presi due anni addietro, non sono sarebbero stati ancora rispettati.

Le verifiche semestrali previste, di fatto, non sono mai avvenute. E ciò che preoccupa i lavoratori Ip è il continuo rimandare la data di inizio della produzione, che nelle intenzioni doveva iniziare già a metà aprile.

E’ chiaro che tutto sarebbe dovuto partire già da prima, così come una data d’inizio doveva essere precisata nell’accordo ministeriale – sottolinea Salvatore Bergamo di Fiom Cgil – Secondo il senatore Piccone, la produzione dovrà partire gradualmente perché le attività dello stabilimento di Sabaudia, di proprietà del gruppo non si possono interrompere e bisogna trasferire a Lecce i macchinari”.

Stando a quanto aggiunge la segretaria confederale Cgil, Daniela Campobasso, non è che nelle altre aziende coinvolte nel famoso piano di riconversione, se la passino benissimo: “In Iacobucci, i dipendenti lavorano su turni perché le commesse sono ridotte, mentre Hds non ha risolto il problema di tutti e 22 i lavoratori, alcuni dei quali saranno in cassa integrazione sino alla fine di giugno”.

 

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