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L'allarme: crollano le imprese artigiane. "Colpa della crisi e della burocrazia"

I dati di Confartigianato Puglia sono scoraggianti: rispetto allo scorso anno, quasi duemila imprese in meno. Crescono solo le agenzie di viaggi, mentre crollano costruzoni e manufatturiero. Il presidente di Confartigianato imprese Puglia, Francesco Sgherza reclama interventi urgenti

LECCE - Diminuiscono le imprese artigiane in Puglia. A certificarlo sono i dati di Confartigianato. Secondo le ultime stime, sono oggi 73mila e 404, pari al 19,5 per cento del totale delle aziende (375mila 821). L’anno precedente si erano attestate a quota 75mila 376.

Il report sulla nati-mortalità delle attività economiche, secondo della serie elaborato dal centro studi di Confartigianato imprese Puglia, è stato stilato su dati forniti da Unioncamere.

Dall’inizio della anno al 31 marzo scorso, le cessazioni (2mila 556) hanno superato le iscrizioni (mille 231), con un saldo negativo di mille 972 unità (-2,6 per cento).

Il saldo negativo, secondo l’associazione, è dovuto principalmente alla perdita di ben mille 25 ditte di costruzioni, pari ad una flessione del 3,9 per cento. Seguono le attività manifatturiere che hanno perso 524 unità, con un decremento del 2,9 per cento.

Negativo anche l’andamento del commercio all’ingrosso e al dettaglio (meno 117 aziende, pari ad un tasso negativo dell’1,7 per cento) e del settore dei trasporti che registra un calo del 3,7 per cento (152 unità in meno).

Aumentano, invece, le agenzie di viaggio: ce ne sono mille 552 contro le mille 431 del primo trimestre dell’anno scorso.

L’artigianato pugliese si concentra nei settori delle costruzioni (34,8 per cento), delle attività manifatturiere (23,5), delle altre attività di servizi (16,5), del commercio all’ingrosso e al dettaglio (9,1), del trasporto e magazzinaggio (5,4).

“I dati elaborati dal nostro Centro studi confermano, con l’impietoso supporto dei numeri, una situazione che la nostra Associazione denuncia da tempo”, dice il presidente di Confartigianato imprese Puglia, Francesco Sgherza. “Le aziende artigiane e le piccole e medie imprese, che in una prima fase sono riuscite a reggere meglio di altre l’impatto con la crisi, scontano, oggi, in maniera drammatica l’onda lunga dell’avversa situazione economica”.

“Stiamo parlando – spiega – di un numero di cessazioni più che doppio rispetto alle iscrizioni. E’ un dato già di per sé inquietante, ancor più allarmante se si pensa che la maggioranza delle chiusure si sono verificate nei settori edile e manifatturiero, fondamentali per l’economia regionale. E’ innegabile che, in carenza di misure urgenti ed efficaci – ammonisce -, i numeri potrebbero addirittura peggiorare”.

“I problemi sono tanti e complessi, ma alcuni punti di intervento sono ormai acclarati. La pressione fiscale sulle imprese è ancora a livelli record e gli sconti sull’Irap, sebbene positivi, non rappresentano che una goccia nel mare. I tempi di pagamento sono ancora ben lontani da quelli prescritti dalle normative comunitarie e nazionali ed è un problema che riguarda tanto i debiti della pubblica amministrazione che quelli fra imprenditori, per cui una singola situazione si ripercuote a catena su molte più imprese”.

Francesco Sgherza-3“Sotto questo aspetto – aggiunge – non aiutano neanche i tempi biblici della giustizia. Per una causa di recupero crediti, infatti, si arriva ad impiegare svariati anni. Il credito è un altro tasto dolente. Da tempo – ricorda – il sistema bancario ha cessato di essere partner per l’economia reale, preferendo le più remunerative strade della finanza. A tutto ciò si aggiunga che le famiglie ed i consumatori nell’ultimo decennio hanno visto erodersi come non mai il proprio potere d’acquisto, ingranaggio fondamentale per far “girare” l’economia. Occorre abbattere la pressione fiscale in maniera decisa tanto per le imprese quanto per le famiglie ed è indispensabile velocizzare i tempi di pagamento e i relativi contenziosi, consentendo, altresì, un più semplice e rapido accesso al credito”.

“D’altro canto – prosegue il presidente – non è solo la crisi a fiaccare l’intraprendenza: la burocrazia svolge un ruolo di assoluto rilievo nello scoraggiare l’apertura di nuove attività. Alleggerire la selva di adempimenti e autorizzazioni che soffoca le imprese, soprattutto quelle appena nate, è una vera priorità – conclude – se vogliamo davvero invertire la rotta”.

Analisi nelle province pugliesi

Bari. Rappresenta il 40,7 per cento delle imprese artigiane in Puglia (29 mila 870 su 73 mile 404). In un anno, sono diminuite di 928 unità, pari al tre per cento.

Brindisi. Rappresenta il 9,9 per cento delle aziende artigiane (7mila 302 su 73 mila 404). Sono scese di 151 unità, pari al due per cento.

Foggia. Rappresenta il 13,6 per cento delle imprese artigiane (9mila 981 su 73 mila 404). In un anno, se ne sono perse 289, pari al 2,8 per cento.

Lecce. Rappresenta il 25,4 per cento delle aziende artigiane (18 mila 640 su 73 mila 404). Ha perso 505 unità (-2,6 per cento).

Taranto. Rappresenta il 10,4 per cento delle imprese artigiane (7mila 611 su 73mila 404). Sono diminuite di 99 unità, pari all’1,3 per cento.

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