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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Terziario e grande distribuzione. I lavoratori pronti alla mobilitazione nazionale

Sabato 28 maggio i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza Partigiani. Sciopero per sollecitare la firma del nuovo contratto dopo la rottura con Federdistribuzione

LECCE - I lavoratori della grande distribuzione commerciale del Salento, insieme con quelli di tutta la regione Puglia, sono pronti ad aderire allo sciopero unitario indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per sabato 28 maggio. La protesta si terrà a Roma ed in tutte le regioni italiane. Per la Puglia lo sciopero dei lavoratori in programma a Lecce, in piazza dei Partigiani, dalle ore 9,30, dove è prevista, tra gli altri, la presenza del  segretario generale della Cgil Susanna Camusso e per la Cisl il segretario nazionale Fisascat Ferruccio Fiorot. I sindacati di categoria sollecitano la definizione e la firma del nuovo contratto nazionale di lavoro, atteso da due anni e mezzo, e protestano per la rottura dei negoziati con la Federdistribuzione avvenuta lo scorso 13 aprile.

“Si tratta di una grande mobilitazione a livello regionale – spiega Carmela Tarantini, segretaria generale della Fisascat Lecce  -  alla quale hanno aderito numerosi lavoratori delle aziende del settore presenti nel territorio salentino (tra le quali Despar, Di Meglio, Dok, Famila, Carrefour, Auchan, Pam, Penny Market, Bricocenter, Conforama, Conbipel, Coin, Decathlon, Oviesse, Ikea, La Rinascente, Zara). La nostra categoria rappresenta una grossa fetta di lavoratori considerato il fatto che secondo le statistiche provinciali il 69% dei lavoratori  sono impiegati nel settore del terziario”.

leclerc (1)-2“Il motivo che ci spinge a scioperare – aggiunge Tarantini -  riguarda  il fatto che Federdistribuzione intende deregolare il contratto nazionale attualmente in vigore, avanzando condizioni inaccettabili sia dal punto di vista dell’inquadramento professionale, del trattamento economico, i lavoratori perderebbero cioè 1.200 euro in meno nel triennio,  oltre al fatto che il datore di lavoro avrebbe libertà di scelta sulle regole del contratto che, ad oggi, prevede ancora tutti quei diritti acquisiti nel tempo attraverso l’azione sindacale”.

“Il Sud purtroppo – prosegue Tarantini – paga il prezzo de ricatto occupazione che porta a fare un cattivo uso delle norme vigenti. Nel contesto locale il lavoratore di questo settore è precario o disoccupato e spesso pur di lavorare accetta condizioni di lavoro che lo penalizzano. La situazione dei lavoratori della grande distribuzione è molto critica soprattutto a causa dei turni di lavoro, le aperture domenicali, oltre a percepire bassi salari. Si crea cioè tutto quel ‘lavoro grigio’ che non aiuta il sindacato a far valere i diritti dei lavoratori”.

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