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Economia

"Lupiae inefficiente? Pagano cittadini e imprese"

Piero Montinari, presidente di Confindustria, attacca i sindacati: "Il loro è un ricatto occupazionale. Non è violando le leggi del mercato e della libera concorrenza che si risolverà il problema"

"Siamo stati facili profeti nel dicembre 2006, allorquando denunciammo il fenomeno della proliferazione delle società miste, che per troppi anni hanno goduto di indebite rendite di posizione a discapito della qualità dei servizi offerti ai cittadini, dei costi connessi e del principio della concorrenza". Sul caso Lupiae servizi, parole particolarmente dure giungono da parte di Pier Montinari, presidente di Confindustria. Il bilancio disastrato della società mista è uno dei temi roventi che deve affrontare la nuova amministrazione comunale. Una patata bollente passata in mano anche alle organizzazioni sindacali, delle quali il presidente della confederazione degli industriali rigetta quello che definisce "il ricatto occupazionale. I sindacati offrono risposte sbagliate ad un problema reale. Non è violando le leggi del mercato e della libera concorrenza o il principio del minor costo a carico del cittadino, che la pubblica amministrazione può impostare la sua azione a salvaguardia dei livelli occupazionali".

"Vogliono forse le organizzazioni sindacali che vengano licenziati i lavoratori specializzati di quelle imprese private, che operano in modo concorrenziale sul mercato e che si vedono, in maniera crescente, sottrarre opportunità di lavoro, per affidarle alla ‘politica' che vuole fare l'imprenditore con i soldi dei cittadini?", si domanda Montinari. "Non è questo il suo compito ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti - sbotta, ricordando che - se c'è un problema sociale questo va affrontato con misure e strumenti coerenti e non, invece, violando le regole del mercato, della libera concorrenza e dell'efficacia e dell'efficienza della pubblica amministrazione. Il maggior costo lo pagano i cittadini. Le conseguenze continueranno a pagarle i nostri dipendenti".

"La Lupiae Servizi - prosegue - pur operando in un mercato ‘riservato', non ha fatto altro che produrre debiti su debiti, incurante delle più elementari norme di gestione che sottendono qualunque attività economica, in primis quella di chiudere il proprio bilancio in pareggio, se non in attivo, onde evitare di chiudere. La Lupiae Servizi - dice ancora il presidente di Confindustria -, al contrario di quanto accade alle tante imprese che devono misurarsi ogni giorno con i rischi del mercato, non chiude, perché il suo deficit di bilancio verrà ripianato, causando un'ennesima beffa per i cittadini-utenti, per le altre aziende e, più in generale, per il mercato. Il comune - proprietario scaricherà il costo sui cittadini che pagheranno servizi non adeguati a prezzi esorbitanti".

"La recita si ripete", continua Montinari. "Stando alle dichiarazioni apparse sui media da parte delle organizzazioni sindacali, in nome della salvaguardia dell'occupazione, si preferisce ancora una volta una Lupiae Servizi inefficiente ed inefficace. Inefficienza ed inefficacia, che non solo stridono col concetto sancito costituzionalmente di efficienza ed efficacia cui deve conformarsi l'azione amministrativa, ma anche offendono le imprese che si confrontano in un mercato concorrenziale, pagando gli eventuali insuccessi. Viene da chiedersi, inoltre, perché ci devono essere lavoratori ‘protetti', immuni da possibili licenziamenti, al contrario di quei lavoratori che, unitamente con gli imprenditori, rischiano di dover tornare sul mercato in cerca di nuove occasioni di lavoro".

"L'esperienza della Lupiae, così come delle altre società di enti locali", conclude il presidente Montinari, "deve indurre a delle riflessioni prive di qualunque valenza ideologica, e proiettate, invece, ad un puntuale esame della valenza economica di tali strutture societarie nel rispetto delle regole del mercato. Solo a queste condizioni si può immaginare di risanare l'azienda; diversamente si rischia di continuare a sottrarre risorse ai cittadini, con un monopolio che mortifica il mercato e perpetua i meccanismi perversi di uno statalismo strisciante a livello territoriale".

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