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Economia Trepuzzi

Omfesa, Manca si appella alle imprese del territorio: “Colgano l’occasione”

La vicepresidente della Provincia di Lecce auspica una soluzione che scongiuri la chiusura dell’azienda e la perdita definitiva del posto di lavoro per i 108 dipendenti coinvolti nella vertenza: “Un’opportunità da recepire”

TREPUZZI - La Omfesa di Trepuzzi ha attivato la procedura di licenziamento collettivo e di collocamento in mobilità di 108 dipendenti, non avendo potuto beneficiare del credito necessario per far ripartire l’attività lavorativa sulle commesse ottenute. Ma il vice presidente della Provincia di Lecce Simona Manca insiste nell’auspicare una soluzione che scongiuri la chiusura dell’azienda e la perdita definitiva del posto di lavoro dei dipendenti.  

“Sono sempre convinta del fatto – afferma - che il territorio non abbia compreso le potenzialità di Omfesa, che dal punto di vista produttivo resta l’unica azienda nel suo genere nel settore metalmeccanico su tutto il Mezzogiorno. E continuo a ritenere che la pur momentanea indisponibilità di liquidità per riavviare l’attività lavorativa non può e non deve costituire ostacolo insormontabile”.

D’altro canto, per la vicepresidente della Provincia, il rifiuto di quasi tutte le banche a concedere il prestito apre un problema diverso, dal momento che “se nemmeno commesse per decine di milioni di euro, già ottenute, possono bastare come garanzia per il credito, è giunto il momento, forse, di ripensare e aggiornare il ruolo delle banche sul territorio”.

“Forti ragioni di natura tecnica ed economica - spiega ancora Simona Manca - indurrebbero a finanziare senza indugi la ripresa dell’attività dell’azienda di Trepuzzi, salvando decine e decine di lavoratori ed evitando la dispersione di know how preziosissimo. Per questo mi sento di rivolgere un nuovo appello alle realtà imprenditoriali più solide, non solo salentine e pugliesi, affinché colgano l’occasione che Omfesa rappresenta, pur in un contesto di crisi crescente”.

La vicepresidente provinciale si augura che si facciano avanti soggetti disposti, anche sotto forma di joint venture, a finanziare la ripresa dell’attività: “Rinnovo ancora una volta – conclude - tutta la solidarietà possibile ai lavoratori in sit-in, che certamente non meritano tutta questa incertezza”.

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