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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Via San Lazzaro

Chiude il Cinema Santa Lucia. Titoli di coda di un film lungo 45 anni

Le quattro sale del rione San Lazzaro hanno definitivamente chiuso i battenti. Al posto delle proiezioni d'autore, un supermercato o un negozio d'abbigliamento. Il movimento Fratelli d'Italia ha organizzato un sit-in di protesta

LECCE – Non rimangono che gli ultimi, sbiaditi fotogrammi di una pellicola trasmessa per 45 anni. I titoli di coda del Cityplex Santa Lucia -  storico cinema leccese che ha incollato alle poltrone generazioni di cinefili, pronti a sfidare il problema dei parcheggi del rione San Lazzaro-  ha ufficialmente chiuso i battenti.

 Come in una fiction nella quale si sono rincorse puntate, cassandre, smentite e falsi allarmi, l’epilogo previsto dall'invisibile regia del mercato economico è stato inaspettato e scioccante. Grate metalliche avvolte da un pesante lucchetto. Locandine divelte. I cartelli con su critto “prossimamente” sono spariti assieme agli orari delle proiezioni.

E’ una storia d’amore finita prima del tempo. Un piano americano che riprende soltanto tre quarti della scena: ciò che non si vede non è esclusivamente la malinconia dei residenti della zona o degli amanti del cinema d’autore.

A restare nell’ombra è quella rabbia per la decadenza culturale di una città che una decina di anni addietro  ha visto altre celebri sale, come quelle  dell’Ariston e Fiamma, essere riconvertite in una sala Bingo. E, da appena due anni, assistere alla chiusura dell'Odeon.foto-96-2

Il cinema Santa Lucia, di contro, potrebbe ospitare in futuro l’ennesimo supermercato o, più probabilmente, uno negozio monomarca di una catena d’abbigliamento.

Nel corso della mattinata, una manciata di cittadini ha aderito al sit-in di protesta promosso da alcuni esponenti leccesi del movimento di destra Fratelli d’Italia,  per urlare il proprio “no” e il proprio dissenso alla “morte culturale della città”, così come l’hanno definita,  in un collettivo e agrodolce amarcord, sullo sfondo di una mattinata uggiosa.

Le quattro sale nelle quali sono stati proiettati film d’essai,  presentati festival internazionali e prestigiose rassegne, sono passate per la gestione della famiglia Maciullo fino a circa una settimana addietro. Fatta eccezione per i periodo natalizi, nei quali le persone sono più propense a recarsi al cinema, nei restanti mesi dell’anno la situazione è andata via via peggiorando. Nonostante le numerose iniziative collaterali di cui era stata corredata la programmazione ordinaria. Una vendita media di circa 50, 60 biglietti al massimo al giorno, spalmati su quattro sale. Numeri doppi nel fine settimana, certo, come nelle altre sale della città, ma che non sono bastati  a reggere i costi di un’intera struttura. Che ora libera una nicchia nella memoria cittadina. Brutalmente. Senza dissolvenza. 

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