A che punto è il concordato preventivo? La protesta dei dipendenti Alba Service

LECCE - A che punto siamo con il concordato preventivo che dovrebbe rilanciare le sorti di Alba Service? Una domanda cruciale quella rivolta oggi dal sindacato Cobas di Lecce al viceprefetto Guido Aprea.

Le preoccupazioni dei 130 lavoratori della società partecipata dalla Provincia di Lecce non si sono smorzate nel corso dei mesi. Anzi. Ora che cesserà anche la proroga della cassa integrazione in deroga (in scadenza a fine anno) le maestranze vogliono risposte certe dalle istituzioni.

Sulla vertenza non può calare il sipario: lo hanno ribadito oggi gli interessati, nel corso di una manifestazione che si è tenuta in via XXV luglio. I rappresentanti dei Cobas hanno poi incontrato i vertici della prefettura per rappresentare tutte le problematiche e i dubbi irrisolti in merito al rilancio industriale dell’azienda chiamata a svolgere servizi essenziali per la comunità, come la manutenzione delle strade e delle scuole. Aprea, per parte sua, si è impegnato a convocare in tempi stretti un tavolo istituzionale sulla vertenza, alla presenza dell’ente di Palazzo dei Celestini e dei rappresentanti di Alba Service.

Il sindacalista Giuseppe Mancarella ha puntato il dito, in particolare, contro i vertici della Provincia di Lecce: “La richiesta al prefetto nasce dal fatto che l’ente sta eseguendo i lavori che svolgeva Alba Service con altre ditte, dimenticando che Alba Service aveva le convenzioni valide sino al 2020 per tali servizi pubblici essenziali a rilevanza costituzionale, quali la manutenzione delle strade e delle scuole”.  

“Al presidente Gabellone voglio ricordare che anche grazie al suo operato 130 famiglie hanno vissuto e stanno vivendo sulla propria pelle questa crisi generata dalla “Riforma Delrio”, accentuata ed ampliata dalla gestione amministrativa di Gabellone e della sua maggioranza”, ha concluso Mancarella.