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Economia

Rapporto economico 2012: senza accesso al credito imprese ko

Il presidente della Camera di commercio, Alfredo Prete, ha presentato i dati relativi al 2011. Cala il Pil, consumi fermi. Una delle poche note incoraggianti viene dell'incremento dell'export di alcuni comparti

LECCE – Se la Puglia se la passa male, in provincia di Lecce la situazione è ancora peggiore. Lo dicono i numeri del Rapporto economico 2012, a cura della Camera di commercio, lo rimarcano le parole del presidente dell’ente camerale, Alfredo Prete, che ha riunito attorno al tavolo dalla sala consiliare di viale Gallipoli rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, delle categorie imprenditoriali, delle forze dell’ordine, del sistema bancario.

La presentazione del documento è oramai un appuntamento non solo rituale ma, complice l’asfissiante e perdurante crisi economica, è divenuta l’occasione per un brain storming senza troppe concessioni alla diplomazia interistituzionale. “Non è il momento di fare i primi della classe o distinguere in base al colore politico”, ha detto il numero uno della Camera di commercio , invitando tutti i partecipanti all’incontro ad uno scatto in avanti sul terreno di un'effettiva sinergia a tutela del tessuto produttivo locale e del reddito della famiglie salentine.

I numeri: Pil al di sotto della media stagionale, un segnale incoraggiante arriva dalle esportazioni. Accesso al credito questione cruciale.

Se nel biennio 2008-2009 - coincidente con l’esplosione della crisi a livello internazionale - il prodotto interno lordo della provincia di Lecce aveva registrato una flessione (4,1%) sostanzialmente pari a quella regionale (4,6%) e nazionale (3,5), tra il 2010 e il 2011 il gap si è divaricato: il dato provinciale ha proseguito la discesa fino a meno 5,1 a fronte di un calo di sette decimali di quello regionale e di un incremento dell’1,7% del dato nazionale. Un quadro patologico critico, dunque, rispetto al quale nemmeno un incremento di 30 punti percentuali sull’anno precedente (2010) delle esportazioni – meccanica, elettronica, metallurgia e farmacia i primi quattro comparti - riesce a contrastarne gli effetti negativi d’insieme.

Prete ha voluto indugiare, palesando una certa preoccupazione, sull’accesso al credito da parte delle aziende salentine: “E’ il problema prioritario e le banche, purtroppo, spesso ci raccontano favolette”. Il presidente dell’ente camerale ha stigmatizzato la mancata immissione nel sistema creditizio dei miliardi che la Banca centrale europea ha riversato sulle banche del continente, “denari serviti solo a puntellare il loro patrimonio in ossequio ai criteri di Basilea 3”. Secondo fonti della Banca d’Italia, i finanziamenti sul medio-lungo periodo, sono aumentati tra il 2010 e il 2011 di 5,5 punti attestandosi in termini assoluti intorno ai sei miliardi e 605 milioni di euro. Aumentate drasticamente – negli ultime tre anni – le sofferenze bancarie: da 456 milioni nel 2009 a 630 milioni nel 2011 (dato riferito aggiornato a settembre).

Il nodo cruciale sta nel costo del denaro per le imprese del territorio: a settembre 2011 i tassi di interesse per le operazioni a revoca, cioè quelle dove confluiscono le aperture di credito in conto corrente, sono dell’8,3 per cento, due punti esatti al di sopra della media nazionale. Se il dato viene riferito solo sulla clientela imprese, il costo del credito arriva a 8,9 punti percentuali (Puglia 8,1%, Italia 7,2%).

Cresce il numero delle aziende ma il tasso di occupazione resta inferiore di oltre dieci punti alla media nazionale.

 

Tra gennaio e dicembre dello scorso anno il registro delle imprese della Camera di Commercio ha rilevato 6371 nuove imprese a fronte di 5432 cessate. In totale sono circa 73 mila le aziende sul territorio. Il saldo positivo è stato spiegato – almeno in parte – con la propensione all’intrapresa economica da parte di soggetti espulsi da altri cicli produttivi.

prete 002-3E’ stata messa in risalto una generale riorganizzazione del tessuto imprenditoriale, confermata da una crescente diffusione delle società di capitali (più 7,6% tra il 2010 e il 2011), con tassi di crescita superiori alla media nazionale. Il 2012 è iniziato con un saldo negativo ritenuto fisiologico – perché nel primo trimestre sono contabilizzate le cessazioni di dicembre – e si attendono i dati del secondo trimestre per dare un segno definitivo ai numeri fino ad ora emersi.

Sul fronte dell’occupazione, l’Istat ha rilevato come nel 2011 il tasso in provincia di Lecce (44,4%) e in tutta la Puglia (44,8%) sia inferiore di oltre dieci punti ai valori medi nazionali (56,9%). L’altra faccia della medaglia riguarda l’indice di disoccupazione: nel territorio provinciale è attestato al 15,6%, rispetto al 13, 1 regionale e al 8,4 nazionale. Tuttavia, è stato rimarcato, il tasso di disoccupazione salentino ha mostrato nell’ultimo anno monitorato un’inversione di tendenza dopo aver raggiunto il picco massimo – 17,7 per cento – nel 2011.

Il reddito delle famiglie leccesi: inferiore di un quarto a quello medio nazionale, ma anche a quello procapite di Bari e Taranto.

Posto che una famiglia italiana ha un reddito procapite uguale a 100 quello di una leccese è  di circa 75. “Nel 2010 – dice il rapporto dell’Ufficio statistica e studi sulla base delle stime di Unioncamere e dell’Istituto Tagliacarne – il reddito si attesta su un valore di 12mila 259 euro contro una media italiana pari a 17 mila 029. Tale valore è in linea rispetto a ciò che si riscontra per le altre province pugliesi, ad eccezione di Bari e Taranto dove si rilevano livelli di reddito procapite più elevati, pari, rispettivamente, a 13mila 110 euro e 13mila 181 euro”.

Questo quadro delinea un “congelamento” della dinamica dei consumi, con una flessione significativa nel comparto dei mobili, elettrodomestici e mezzi di trasporto ( meno 8,8%). L’unico allineamento con il dato nazionale lo si ha per quanto riguarda i consumi alimentari. Naturalmente è calata anche la propensione al risparmi delle famiglie leccesi: “Se in media ogni famiglia italiana è riuscita ad accantonare, nel 2010, una cifra parti a 5mila 123 euro, ogni famiglia leccese ha risparmiato, in media 3mila 283 euro. Un’altra conseguenza del contesto generale è riscontrabile nei livelli di entità del patrimonio rispetto alla media nazionale: il patrimonio medio della famiglie salentine è infatti di un quarto inferiore a quello italiano, attestandosi comunque nel 2011 sul livello precrisi. Terreni a patrimoni si confermano i settori di investimento privilegiati rispetto alle attività finanziarie.

L’impegno della Camera di commercio: pronto un bando da un milione e mezzo di euro.

Il presidente Prete, prima di lasciare spazio al dibattito, ha voluto dare lettura della delibera della giunta camerale licenziata il 7 maggio, al termine di una seduta monotematica dedicata alla crisi. Il responsabile dell’ente ha voluto così fornire delle indicazioni concrete agli interlocutori istituzionali e non solo su quelle che sono ritenute le priorità indifferibili: l’aggregazione delle imprese, il sostegno ai consorzi per i fidi bancari, l’abbattimento dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione e, naturalmente, l’accesso al credito.

Prete ha voluto sottolineare il successo in termini di pratiche lavorate dallo sportello unico della attività produttive che è preceduto, a livello nazionale, solo da quello di Milano, Brescia e Bergamo. La Camera di commercio conta di avviare quanto prima lo anche uno sportello per l’internazionalizzazione e, nella prossima giunta, approverà il bando “Fare impresa” da un milione e mezzo di euro: “Una goccia nel mare della crisi – ha concluso Prete – ma uno sforzo importante per l’ente che impiegherà un quarto del budget a disposizione”. Il bando servirà a sostenere le imprese negli investimenti in beni strumentali e in risorse umane.

L’ente ha attivato un nuovo canale di distribuzione dei propri prodotti a domicilio del cliente. A partire dal prossimo 11 giugno, mediante un modulo da inoltrare via mail oppure dopo un contatto telefonico con il numero verde 800 155 988, gli iscritti alla Camera di commercio potranno richiedere la consegna di certificati, visure e altri documenti camerali. La consegna avverrà entro il giorno successivo. A breve il servizio verrà infine esteso a tutti i prodotti di competenza dell’ente.

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