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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Giù la cassa integrazione ad aprile. Uil: “Il dato non deve ingannare”

Secondo le stime del quarto rapporto sugli ammortizzatori sociali della Uil, il dato, comparato allo stesso mese del 2012, segna invece un incremento del +229 percento. Giannetto: "Fondi insufficienti, copriamo solo fino a fine giugno"

LECCE - Cala il ricorso alla cassa integrazione, complice, a detta dei sindacati, il sostanziale blocco degli interventi in deroga. Ad aprile, secondo le stime elaborate dalla segreteria provinciale di Uil, le ore complessivamente autorizzate dall’Inps alle aziende della provincia di Lecce sono state 449 mila e 438, con una diminuzione del 30,3 per cento rispetto al precedente mese di marzo (664 mila ore).

Le richieste maggiori sono arrivate dai settori industriale (326 mila e 725 ore) ed edile (118 mila e 363), seguiti da commercio (quasi 3 mila ore ) e artigianato (circa mille e 500). Rispetto al mese di aprile 2012, invece, nel quale furono autorizzate complessivamente 136 mila e 470 ore, si registra un incremento del 229,3 per cento.

Nel dettaglio, dallo studio effettuato dalla Uil sugli ultimi dati Inps, emerge una crescita degli interventi straordinari (la Cigs, per crisi più strutturali): da 90 mila e 626 ore autorizzate a marzo 2013 si è passati a 197 mila e 175 ad aprile, con un aumento del 117,6 per cento. Non solo. Si evidenzia un aumento ancora più marcato della Cigs, pari al +9.379,6%, se si confrontano i dati di quest'anno con quelli di aprile dello scorso anno, quando furono autorizzate appena 2.080 ore.

In controtendenza - solo apparente - le richieste di cassa integrazione in deroga (Cigd), che diminuiscono, ma solo per effetto “dei noti problemi di finanziamento dello strumento”, sottolinea il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto. Rispetto al mese di marzo 2013, le ore di Cigd autorizzate ad aprile, pari a 18 mila e 827, registrano una riduzione del 77 per cento. Sull'anno, invece, il decremento è del 64 per cento.

«Il dato sulla cassa integrazione in deroga – spiega Giannetto – non deve ingannare, in virtù del fatto che molte aziende hanno terminato questo ammortizzatore sociale tanto da ricorrere alla mobilità, ulteriore segnale di cessazione dell’attività produttiva e del conseguente licenziamento dei lavoratori. Che il dato della Cigd sia anomalo, poi, lo conferma anche l’andamento della cassa straordinaria che schizza con un più 117,6 percento su marzo. Indice, questo, sia di un possibile travaso da crisi congiunturale a crisi strutturale per molte aziende, sia di un possibile ritorno alla cig straordinaria di “crisi”aziendali passate per la cassa in deroga. La sostanza non cambia. La crisi colpisce duro e senza politiche di crescita l’ombrello degli ammortizzatori rischia di essere insufficiente”.

“Per questo – conclude il segretario– il nuovo governo deve sapere che dare certezze di risorse ad oltre 450 mila lavoratori tutelati dalla cassa in deroga, non è una opzione ma un imperativo e che, nel contempo, si deve aiutare il sistema produttivo a riprendersi a partire dallo stimolare un consumo interno senza il quale parlare di ripresa diventa, purtroppo, una chimera. I fondi stanziati per la cigd con l’ultimo decreto (pari circa a un miliardo di euro) sono solo una prima importante risposta per le migliaia di lavoratori che hanno diritto a ricevere queste risorse, ma siamo ancora molto lontani dalle reali necessità”. 

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