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Economia

Regione ed industriali a confronto. Sancito patto pro “made in Puglia”

Nell'incontro tra Confindustria Lecce e l'assessore regionale alle risorse agroalimentari Stefàno ampio spazio alla discussione sul futuro dell'impresa e alla sua forza per rilanciare la produttività di un intero territorio

LECCE –  Tra ricordi e progetti futuri per le imprese del territorio pugliese: l’incontro odierno tra l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, promosso da Confindustria Lecce, nell’ambito del ciclo dedicato a “La responsabilità sociale ed economica delle imprese”, ha dato importanti spunti di riflessione. La giunta pugliese e gli imprenditori di Confindustria Lecce si sono confrontati, con l’obiettivo di riaffermare la centralità dell’impresa come risorsa per lo sviluppo dell’intero territorio.

Dopo i comandanti della Guardia di finanza, dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco, Confindustria Lecce ha voluto approfondire, alla luce delle nuove dinamiche socio – economiche, il modello di sviluppo percorribile per la Regione. Dettagliato è stato l’intervento dell’assessore che, dopo un excursus sull’attuale fase dell’economia, ha posto l’accento sulle grandi potenzialità del sistema agroindustriale pugliese, sottolineando quanto siano importanti le contaminazioni con il settore del turismo e della cultura.

“Ci sono tantissimi spazi per la nostra tradizione agroalimentare – ha affermato – che, soprattutto nell’ultimo anno, ha registrato una serie di record positivi: primi per produzione di pomodoro, olive, uva da tavola, ortofrutta e secondi in Italia per produzione di uva da vino. Primi per flussi turistici nei mesi estivi. Questi successi, unitamente all’attenzione per la qualità, oggi più che mai, fanno della Puglia una regione rinomata per gusto, tradizione, nonché sinonimo di sicurezza alimentare e accoglienza di qualità”.

Gli ha fatto eco il presidente Leone de Castris che ha affermato come sia necessario investire ancora di più nelle specificità e nei motivi identitari che contraddistinguono ed hanno reso famoso nel mondo il “made in Puglia”, non solo nel settore agroalimentare. La concorrenza dei Paese emergenti rende prioritario l’impegno degli imprenditori sul fronte della qualità, della competitività e dell’innovazione in tutti i settori della produzione. La concertazione tra pubblico e privato, inoltre, deve fare il resto.

Secondo il direttore Antonio Corvino, altresì, per uscire dall’attuale fase di crisi dell’economia occorre concentrare le residue energie virtuose non solo pugliesi ma dell’intero mezzogiorno verso quei settori e quei territori che sono in grado di generare effetti moltiplicatori, recuperando il principio ricardiano dei vantaggi comparati e, al contempo,  puntando su un nuovo modello centrato sullo sviluppo di un sistema alimentato dal Tac 3.0: valorizzazione di territorio/turismo, agricoltura/agroindustria e cultura/creatività, accanto al recupero delle eccellenze del vecchio Tac – tessile, abbigliamento/arredamento e calzaturiero e delle nuove eccellenze manifatturiere nei settori strategici che vanno dalla meccanica/metalmeccanica, alla logistica e alla green energy.

“Occorre, poi - ha affermato Stefano -, puntare ancora di più sui giovani perché non vada perso l’enorme patrimonio agricolo di cui dispone la Regione”. “In tale ottica - ha concluso -, è necessario da un lato, favorire l’aggregazione tra le micro imprese agricole presenti sul territorio incentivando l’organizzazione tra produttori, e, dall’altro, valorizzare le tipicità territoriali per caratterizzare sempre di più ciò che differenzia e rende unica la Puglia rispetto al resto del mondo”. Stefàno ha rimarcato la sua disponibilità a collaborare con i suoi “amici e colleghi” soprattutto sul versante delle proposte per lo snellimento burocratico e la valorizzazione del marchio “prodotti di Puglia”.

 

                                                                          

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