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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Report 2013: artigianato e agricoltura in caduta, ma gli under 35 credono nel commercio

Diffusi dalla Camera di Commercio i dati sulle attività imprenditoriali in provincia di Lecce: tra aperture e cessazioni, ritorna il saldo negativo dopo quello registrato nel 2009. In controtendenza il capoluogo e un terzo dei comuni salentini

LECCE – Il dato peggiore dal 2004 per quanto riguarda la natalità delle aziende, il peggiore dal 2009, per quel che concerne la mortalità. Quello che si è da poco concluso è stato un anno pesante per l’imprenditoriale salentina: 5430 le posizioni imprese che hanno aperto i battenti, 5552 quelle che hanno chiuso. Per l’interpretazione corretta dei numeri bisogna poi considerare che 1588 nuove società, al 31 dicembre scorso, non avevano ancora iniziato l’attività.

Da sottolineare come il 41 per cento delle imprese che nel 2013 hanno ha avuto un ciclo di vita di non più di 5 anni, a testimonianza di come l’apertura di un’attività sia spesso una forma di autoimpiego, più che lo sviluppo di un progetto fondato su basi solide. Crescono però le aperture targata under 35, con un saldo positivo di 938 posizioni: il settore preferito (124) è il commercio al dettaglio.

Solo in poco più di un terzo dei comuni salentini si è registrato un saldo positivo: tra questi il capoluogo, con 176 nuovi soggetti. Considerando i valori assoluti dei saldi,  Lecce è seguita da San Cesario (28), Cavallino (17), Aradeo (16) e Lizzanello (15). Analizzando, però i tassi di crescita, indicatore che tiene conto delle dimensioni del tessuto imprenditoriale di base, è il piccolo comune di Montesano che realizza la migliore performance (6,12%), seguito da San Cesario (3,56%), Martignano (3,23%) e Diso  (3,17%). I comuni, invece, in cui si sono registrati saldi negativi sono Melissano e Nardò entrambi con – 26 aziende, Carpignano Salentino (-25) e Trepuzzi (-22). Considerando  i tassi di crescita,  è il comune di Carpignano Salentino che registra il peggior tasso di crescita (6%)seguito da Surano (4,17%) e Alliste (3,98%).

(Consulta i dati di tutti_i_comuni)

Settori: giù commercio, edilizia e agricoltura

L’analisi per comparti mette in evidenza che un saldi negativo in tutti i settori economici, in particolar modo il commercio che in un anno perde 403 aziende (con  un tasso di decrescita dell’1,76%), segue l’agricoltura  con  365 unità in meno ( -3,72%) e le costruzioni  con 318, quasi il 3% in meno sul 2013 . Il manifatturiero complessivamente perde 256 imprese (-3,57%), di cui 96 riconducibili al settore moda ed esattamente 26 al tessile, 50 all’abbigliamento e 21 al calzaturiero. Le industrie alimentari registrano una perdita di 34 imprese  e il settore della fabbricazione di prodotti in metallo altre 34, il comparto dei mobili ne perde 11.

In perdita anche il settore legato ai servizi di alloggio e ristorazione  registra con 166 imprese in meno pari ad una flession del 3,16%.  Gli unici settori che hanno registrato saldi positivi  sono quelli dell’energia  che chiude l’anno con un saldo di 5 imprese e un tasso di crescita  del 3,38% e il settore delle attività immobiliari  che registra un saldo di  9 imprese (+0,93%), ma occorre evidenziare che il peso  di questi settori  sulla struttura imprenditoriale salentina è di appena 0,21% per l’energia e dell’1,35% per le attività immobiliari.

Il trend degli ultimi cinque anni

Estendendo l’analisi agli ultimi cinque anni per determinare i trend, si osserva che il settore dell’agricoltura ha subìto una variazione percentuale dello stock delle imprese di oltre l’11%, le imprese agricole infatti  sono passate da 10683 del 2009  a 9453, con una conseguente riduzione del peso sulla struttura imprenditoriale salentina: dal 14,8% (2009) al 13,08% (2013).  Lo stesso andamento  si verifica a livello nazionale e che vede tra le cause l’abbandono di aziende agricole per la loro marginalità economica e il venir meno di molti vecchi titolari. Si riduce anche il numero  delle attività manifatturiere (-8,53%)  passate da 7642 (2009) a 6914 (2013), di pari passo diminuisce il loro  peso percentuale, passato da 10,65% a 9,57%.

Le imprese dell’edilizia, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, “tengono”  crescendo del 3,08% nel periodo analizzato e mantenendo stabile l’incidenza sullo stock del tessuto imprenditoriale (in media 14,5%). Anche il commercio cresce del 2,87% nel periodo 2009-2013,  passando da 21883 imprese alle attuali 22511 mantenendo costante il peso percentuale sul totale delle attività produttive (31,16%). In generale nell’arco temporale in esame le imprese legate ai servizi alle imprese e alle persone evidenziano un trend di crescita con punte del 33%  per i servizi della sanità e assistenza sociale.

Aumentano le cooperative, calano le ditte individuali

Analizzando la forma giuridica delle imprese, il 2013 evidenzia una netta dicotomia nelle dinamiche delle principali tipologie rispetto al 2012: da un lato le società di capitale e le “altre forme”, quest’ultime essenzialmente cooperative, realizzano un saldo positivo rispettivamente di 477 e 131 imprese, con un tasso di crescita del 3,96% per le società di capitale, in crescita rispetto al 2012 (2,91%), e di 4,80% per le “altre forme”, mentre le  imprese individuali realizzano un saldo  pari a meno 739 e la loro incidenza percentuale  sul totale delle imprese diminuisce di un punto (dal 68,51% del 2012 al  67,52% del 2013). Analogamente le società di persone  perdono 78 aziende, e il loro peso sullo stock delle imprese registrate è leggermente diminuito passando dal 11,17% all’11,05%.

Imprese artigiane in caduta libera

L’anno 2013 per le imprese artigiane è stato un anno fortemente negativo, a livello nazionale il saldo è stato di -27.893, nella provincia di Lecce l’anno si è chiuso con  meno 411 imprese, il peggior risultato degli ultimi cinque anni, che ha portato lo stock delle imprese artigiane a 19002. Le iscrizioni sono state  1231, il valore più basso del quinquennio, mentre le cancellazioni sono state 1642. Il settore dell’edilizia che costituisce il 39% del totale delle imprese  artigiane  ha registrato un saldo negativo di ben 238 imprese, anche il manifatturiero, altro settore rilevante del comparto artigiano,  ha perso 131 attività produttive, di cui 52 riconducibili al tessile-abbigliamento-calzaturiero, 21 al comparto del legno, 29 all’industria di fabbricazione di  prodotti in metallo. Positivo, invece il saldo delle attività legate ai servizi alla persona (più 29 imprese).

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