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Economia

Riapertura del settore moda, Filctem drastica: “No alle azioni spot, sì ai controlli delle autorità"

Il sindacato contrario ai controlli sporadici e a campione nelle aziende: "Nel momento in cui la produzione tornerà a pieno regime qualcuno potrebbe essere tentato di riporre il protocollo nel cassetto"

LECCE – La riapertura delle aziende del settore tessile è fondamentale perché il rischio è quello perdere le posizioni acquisite sul mercato internazionale grazie all'export. Ma subordinata ai controlli degli organi preposti, quindi Comitati aziendali e territoriali, per verificare il rispetto di tutte le norme. E tutelare, quindi, la salute dei lavoratori e delle loro famiglie.

Lo precisa la segreteria locale di Filctem Cgil Lecce che solleva dubbi sull'efficacia dei controlli sporadici, e a campione, effettuati nelle aziende della filiera del settore moda.

“I sopralluoghi-spot lasciano il tempo che trovano perché fotografano una situazione statica mentre il problema potrebbe presentarsi nel momento in cui le aziende saranno a pieno regime: qualcuno, preso dalla quotidianità, potrebbe essere tentato di riporre il protocollo nel cassetto – scrivono i sindacalisti -. Lo ripetiamo: sono necessari i controlli costanti da parte degli organi preposti. Controlli veri, quindi, senza l’obbligo del preavviso e non sopralluoghi preannunciati alle aziende che lasciano il tempo che trovano e non tutelano la salute di nessuno”.

Il protocollo cui fa riferimento il sindacato è quello sottoscritto da Confindustria e dalle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Le parti sociali e datoriali, insieme, hanno deciso di integrare il “Protocollo sicurezza” del settore moda inserendo la possibilità di istituire, laddove non si desse luogo alla costituzione di comitati aziendali, un Comitato territoriale, composto dagli organi paritetici per la salute e la sicurezza con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e dei rappresentanti dei sindacati.

“Il nodo della tutela della salute dei lavoratori non può quindi essere sciolto con una rete di comunicazioni empirica tra rappresentanti dei lavoratori, che nulla ha a che vedere con il Comitato aziendale unico organismo previsto per verificare il rispetto del protocollo nazionale e aziendale. Proprio perché il momento è delicato, non possiamo e non dobbiamo commettere errori”, precisano gli esponenti di Filctem Lecce.

Secondo il sindacato, nella fase 2 di riapertura prevista dal governo, sarà difficile monitorare tutte le aziende della filiera, soprattutto quelle piccole e medie che sono le più numerose e che, in molti casi, non hanno ancora attivato i Comitati aziendali: “Siamo consci del fatto che una considerevole parte dei lavoratori è ancora senza rappresentanza e in questa fase rischia di non trovare le tutele necessarie alla salvaguardia della propria salute”.

Fictem precisa, però, che le ragioni economiche hanno il loro peso e che le aziende del settore non possono permettersi un lungo periodo di inattività perché ciò sancirebbe la definitiva esclusione dal mercato.

“La circolare del ministero dell’Interno del 27 aprile  rischia di diventare un cavallo di Troia, però, perché consente alle aziende di bypassare il Dpcm del 26 aprile nella parte in cui permette di riaprire quelle attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni, il cui prolungamento della sospensione rischierebbe di fare perdere all’Italia quote di mercato – scrive la Filctem -. Noi vogliamo scongiurare, con tutte le nostre forze, questo pericolo. Ma i controlli sono necessari e siamo pronti ad allertare Spesal, Inail, Ispettorato del lavoro e Prefettura affinché venga garantita la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini”.

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