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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Saldo per Imu e Tasi: Lecce tra le città più care d'Italia

I leccesi spenderanno mediamente 86 euro in più. Giannetto, Uil: "A giugno avevamo annunciato la stangata. Serve equità: tassa sugli immobili da rivedere"

LECCE – Imu  (imposta municipale unica) e Tasi (tassa sui servizi indivisibili) sono costate mediamente 535 euro a testa. I leccesi, però, hanno pagato di più: per l’esattezza 621 euro, quindi 86 euro oltre la media nazionale. Il termine ultimo per il pagamento è scaduto ieri, 18 dicembre, ma il contribuente ha comunque un anno di tempo per versare quanto dovuto, con un importo maggiorato con gli interessi e le sanzioni.

“Rispetto ai costi di Imu e Tasi, il capoluogo salentino si conferma tra le città più care d’Italia”, commenta il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto: “Già nel mese di giugno, guardano i costi dell’acconto per Imu e Tasi - ricorda -, avevamo annunciato la stangata destinata a colpire i cittadini leccesi e che purtroppo si conferma tale con il saldo di dicembre”. Ne consegue che anche il costo complessivo dell’Imu/Tasi 2017 su una seconda casa a Lecce è più alto della media nazionale: mille e 242 euro contro mille e 70.

​ Secondo il Rapporto curato dal servizio politiche territoriali della Uil nazionale, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy, per le seconde pertinenze dell'abitazione principale a Lecce si versano in media 85 euro per un garage e 35 euro per una cantina. Anche in questo caso, dunque, i costi del capoluogo salentino superano la media nazionale che si attesta a 76 euro per i garage e a 33 euro per la cantina. Chi possiede un solo garage o una sola cantina come pertinenza dell’abitazione principale non deve pagare nulla.

Il saldo Imu/Tasi, invece, si paga anche sulle prime case di lusso: in questo caso a Lecce la spesa media è di mille e 701 euro. Le aliquote non hanno subito rialzi, considerato il blocco imposto per l’anno in corso, ma non hanno nemmeno subito ribassi, cosa questa possibile ma non attuata da alcuna città.

In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione e, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno. Diciotto città hanno confermato l’addizionale della Tasi sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’Imu (10,6 per mille).

In particolare, Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona hanno scelto l’aliquota dell’11,4 per mille; Macerata l’11,3 per mille; Terni e Siena l’11,2 per mille; Lecce e Massa l’11 per mille (10,6 per l’Imu e 0,4 per la Tasi); Agrigento il 10,9 per mille e Caltanissetta il 10,7 per mille. Altre 70 Città capoluogo applicano l’aliquota, sempre sulle seconde case, del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari.

“Il tema della tassazione sulla casa – sottolinea Loy - pone la questione se, e come, alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità. Tuttavia, prima di parlare di una reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali, che non significa maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili”.

“Ovviamente – prosegue il segretario nazionale - sempre accompagnando questo processo con una lotta all’evasione fiscale. Nel contempo va, però, riequilibrato il rapporto tra lo Stato e gli enti locali in tema di fiscalità, dando certezze alle istituzioni locali e ai contribuenti puntando alla riduzione della pressione fiscale”.

Anche per il segretario Uil Lecce Salvatore Giannetto serve maggiore equità. "Gli sportelli dei Caf Uil – evidenzia - sono affollati in questi giorni da tantissime persone che chiedono assistenza per il calcolo del saldo Imu/Tasi e, dal rapporto diretto con i contribuenti, risulta evidente come molti vivano con preoccupazione la scadenza fiscale. Non solo questa. L'attuale sistema di tassazione degli immobili va modificato per affermare il principio costituzionale dell'equità sostanziale tra i cittadini”.

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