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Scalo merci, Confindustria incontra vice ministro: "Spiraglio dopo la gara di giugno"

Questa mattina, nella sede leccese degli industriali, è giunto il vice ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, che ha incontrato il presidente di Confindustria Lecce Piernicola Leone De Castris e dal vice Vito Margiotta. Forse ad una svolta

LECCE – Confindustria Lecce le ha provate tutte. Proposte ragionevoli per potere gestire lo scalo merci di Surbo, oggi un incrocio di binari fantasma che invece potrebbero essere destinati al trasporto delle merci. Utile per le imprese salentine costrette invece a servirsi del trasporto su gomma,  costoso, inquinante, e mai sicuro come le rotaie.   Il punto è che a fronte di tale proposta, veicolata con il supporto della regione Puglia attraverso l’assessore ai Trasporti Giannini e l’assessore allo Sviluppo Economico Loredana Capone, - il gruppo Fs ha dapprima espresso interesse e, successivamente, al momento dell’incontro per la chiusura dell’accordo, ha interrotto le trattative.a 002-22-2

Questa mattina, nella sede leccese degli industriali, è giunto il vice ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, che ha incontrato il presidente di Confindustria Lecce Piernicola Leone De Castris e dal vice Vito Margiotta. Proprio quest’ultimo ha illustrato alla platea, tra cui consiglieri regionali e il prefetto di Lecce Giuliana Perrotta, la questione. Che ormai si concentra in una data, quella del prossimo 6 giugno, fissato come scadenza del bando per la vendita, da parte di Fs, dello scalo di Surbo. Prezzo su base d’asta di partenza, 2 milioni 987mila euro. 

“Si parla tanto di infrastrutture, come volano dell’economia, poi quelle che ci sono e che potrebbero funzionare per lo sviluppo del Salento – ha spiegato Margiotta -  vengono chiuse. E’ un controsenso, dove intanto l’economia langue perché non c’è lavoro. Eppure, aziende anche non iscritte a Confindustria sono pronte a rilevare, non con l’ acquisto ma con una opzione di acquisto eventualmente, lo scalo merci di Surbo. L’obiettivo è permettere a Confindustria di far funzionare e lanciare questa struttura, che invece ha sempre girato a singhiozzi”. 

“Il motivo del nostro interessamento è semplice: prospettare agli imprenditori il trasporto ferroviario anziché quello su gomma, perché se il Salento si deve affacciare sul mercato che conta deve percorrere almeno mille chilometri. Quindi è impensabile continuare a trasportare merci su gomma, sia per motivi di insostenibilità economica, sia per motivi ambientale. Solo un esempio: un treno può trasportare il volume e il peso di 40 tir; un treno ha le emissioni di un decimo di un tir, per non parlare dei problemi legati alla sicurezza stradale. Togliere per ogni treno 40 tir dalla strada non mi sembra una cosa da poco. Ci sono aziende sul territorio che sviluppano traffico per un treno a settimana che potrebbero invece svilupparlo per due treni a settimana”.a 003-16

“Detto questo - ha aggiunto - non riusciamo a comprendere il motivo per cui Ferrovie dello Stato continua con questo diniego del dialogo, non ci vuole ascoltare. Abbiamo fatto sei riunione presso la Regione Puglia, con l’assessore ai Trasporti Gianni  e con l’assessore allo sviluppo economico Loredana Capone, da settembre a gennaio, ma quando a febbraio si è trattato di chiudere questo accordo con Fs, perché nel frattempo avevamo fatto proposte molto ragionevoli e appetibili, dato che attualmente quella struttura, così com’è, fa perdere 150mila euro l’anno di gestione. Noi abbiamo detto a Fs di gestire noi lo scalo, riconoscendo un affitto di sei anni, rivalutabile per ulteriore sei anni, e con una opzione di vendita, fissando un prezzo ora per allora. Ma Fs invece non si è presentata all’incontro conclusivo. Anzi, la richiesta a Confindustria è stata 200mila euro l’anno di affitto, tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie a nostro carico, e se comunque Confindustria avesse accettato questo contratto capestro ci sarebbe stata sempre una gara pubblica per l’affitto”. 

“Intanto, però, lo scalo è stato messo in vendita otto giorni a una cifra di 2 milioni 987mila euro come base d’asta. Non è la volontà da parte di Fs di dare funzionare la struttura. E una idea apolitica quella di Fs, perché ha dismesso tutti gli scali d’Italia, anche se ci risulta che in altre in parti del Paese abbia affidato la gestione ai privati”. 

Poi, l’intervento del vive ministro Nencini, che porta a Lecce una novità: “Ne ho parlato con Mauro Moretti, l'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, – ha detto -  trovando orecchie aperte, e che se non si prevede un pacchetto di iniziative che prevede tutta una rivalutazione delle linee ferroviarie merci dell’area mediterranea, compreso lo scalo di Surbo, è difficile immaginare la crescita dell’Italia”. 

“Ho visto attenzione dentro una procedura obbligata, la procedura è quella che prevede la gara per il ricorso al mercato tramite fissata per il 6 giugno,  se dopo il sei giugno si raggiunge l’obiettivo che la gara potrebbe prevedere (deserta, ndr), lo spazio per una procedura diversa potrebbe essere consentito. Per il resto confermo la narrazione che il vice presidente di Confindustria, quindi forse siamo al punto in cui  gara e post gara per lo scalo merci può trovare una soluzione. Prendo l’impegno di vigilare – ha assicurato Nencini  - cosa accadrà dopo il 6 giugno. Ad ogni modo il mio suggerimento è inquadrare la questione con Ferrovie  all’interno di una parte di una cornice più grande, cioè lo scalo merci di Surbo non va considerato come una cosa separata dal resto del sud Italia. Speriamo che dopo il 6 giugno questa prima occasione di attenzione diversa da parte di Fs risulterà confermata ed io sono moderatamente ottimista. 

Sul caso anche il parlamentare del Pd Salvatore Capone. “Quanto affermato oggi - dice - è importante perché testimonia l’attenzione del Governo verso il problema sollevato dagli industriali leccesi e contemporaneamente indica una ipotesi di soluzione subito dopo l’espletamento della gara. Aspetteremo l’esito della gara, fidando che già dal 7 giugno il discorso possa essere ripreso nell’interesse del territorio e della sua economia". 

"In ogni caso - rposegue - è rilevante che, fin d’ora, e indipendentemente dall’esito, Confindustria Lecce si definisca e sia riconosciuta come interlocutrice privilegiata per il ripristino dello scalo merci, sapendo di avere nel Governo un alleato consapevole dell’importanza per le imprese salentine e pugliesi di quell’infrastruttura logistica. La partita è aperta, e non mancherà il mio personale, e della delegazione parlamentare salentina, apporto perché quanto concretamente immaginato dalle imprese possa effettivamente accadere”.

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