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Economia Taurisano

Scarlino, gli operai rifiutano la cassa integrazione. Sit-in all’ingresso della fabbrica

L'azienda paventa l'attivazione degli ammortizzatori straordinari dopo agosto, i lavoratori vogliono una proroga del contratto di solidarietà per sventare la chiusura. I sindacati incontrano il vicesindaco di Taurisano e richiedono un incontro urgente in prefettura

TAURISANO – Sono 98 i posti di lavoro che rischiano di andare in fumo nell’azienda Scarlino Carni di Taurisano. La società, nota sul mercato per la produzione, macellazione e congelamento delle carni, da un lato ha scelto di attivare gli ammortizzatori sociali  straordinari per tutte le maestranze, considerato che la cassa integrazione ordinaria valida per 70 di loro è ormai agli sgoccioli, dall’altro ha “delocalizzato” una parte della produzione nella lontana Polonia.

Il salumificio, che alla fine del 2012 aveva registrato un fatturato pari a 36 milioni di euro, gestiva 80 punti vendita e annoverava 4mila clienti di tutto rispetto, avrebbe subito una brusca battuta d’arresto un anno più tardi. In concomitanza con il tragico evento che ha portato alla morte di un operaio, rimasto schiacciato da un’impastatrice, in virtù del quale quello stesso macchinario è stato posto sotto sequestro e la produzione avrebbe cominciato ad incespicare: la sua sostituzione con due altri macchinari ha permesso, infatti, di integrare solo parzialmente il lavoro della linea bloccata.

I sindacati di categoria del settore alimentare, in prima battuta, hanno tentato di raggiungere un’intesa con la proprietà di Scarlino che, però, dopo una iniziale apertura rispetto alla possibilità di far rientrare a lavoro una ventina di persone, alla fine sembrerebbe aver optato per l’attivazione della cassa integrazione anche per loro. Ugl e Flai Cgil erano state drastiche sul punto, denunciano l’insufficienza delle persone chiamate in servizio rispetto alle mansioni ordinarie dell’azienda. Le parti sociali hanno insistito anche per prolungare il contratto di solidarietà, vigente per tutti ed in scadenza ad agosto, di un altro anno almeno: questa proroga, a detta di Monica Accogli di Flai Cgil, consentirebbe di sventare la chiusura totale del sito di Taurisano.

IMG_0522-2Ma di fronte alle diverse intenzioni della proprietà, gli accordi sono prontamente saltati ed il personale di Scarlino ha proclamato lo stato d’agitazione. Questa mattina gli operai sono tornati a farsi sentire, organizzando un presidio di protesta proprio all’ingresso della fabbrica, a partire dalle 7 di mattina.

Poco più tardi i lavoratori hanno deciso di fermare la cittadinanza in transito sulla strada provinciale Taurisano – Casarano per sensibilizzare i passanti rispetto al grave problema occupazionale che rischia di travolgere il territorio. Non sono mancati i momenti di tensione e gli agenti di polizia del commissariato locale, diretti dal vicequestore aggiunto Salvatore Federico, sono dovuti intervenire per sventare il blocco del traffico e ristabilire la calma.

Gli operai, del resto, sono disposti a tutto pur di sventare l’attivazione degli ammortizzatori sociali, in regime straordinario, per 98 persone. E intorno alle ore 12 una loro delegazione, accompagnata dai rappresentanti sindacali, si è recata presso il Comune di Taurisano per incontrare il vice sindaco, Claudio Scordella. “Abbiamo esposto la situazione agli amministratori comunali e ufficializzato la richiesta di incontro in prefettura – ha spiegato la sindacalista Accogli -. Il problema occupazionale è grave e nel mese di agosto scadranno sia gli ammortizzatori ordinari che il contratto di solidarietà che noi vorremmo, invece, prorogare. D’altro canto, invece, si lavora a pieno regime in Polonia: questa mattina, nel corso del presidio, abbiamo incrociato due tir provenienti proprio da quel Paese, carichi di prodotto da destinare alla vendita”.

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